Se la stragrande maggioranza degli italiani è insoddisfatta dell’euro e sogna il ritorno alla vecchia Lira, l’avvento dell’euro “digitale” allarma non poco. In queste ore la notizia del probabile e imminente arrivo della valuta elettronica nella Unione europea, allo studio della Commissione, è celebrata in termini entusiastici da numerose testate giornalistiche cosiddette mainstream; in noi permane una certa diffidenza. Già da tempo le banche centrali stanno guardando con attenzione alla diffusione, sempre maggiore, delle valute virtuali come possibile strumento alternativo di pagamento. Sicché, nel 2021, la Banca Centrale Europea ha avviato la fase istruttoria relativa all’introduzione di una moneta digitale destinata al mercato europeo. L’esecutivo comunitario, dunque, sta stilando la proposta legislativa sul corso legale del contante in euro, per garantire sia accettato e accessibile nell’eurozona, nonché una proposta legislativa che istituisca il quadro giuridico per l’euro digitale accanto al contante in euro. Dovrebbe trattarsi di una moneta che affiancherebbe il contante senza sostituirlo – o almeno così è stato detto – e che potrebbe essere utilizzata ovunque nella zona euro. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come funzionerà l’euro digitale?
Naturalmente, il commerciante sarà obbligato ad accettare tale forma di pagamento: sarà l’acquirente a scegliere come pagare. Se approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo, che potranno proporre emendamenti, sarà la Bce a decidere se e quando emettere l’euro digitale, probabilmente non prima del 2028, stando a quanto filtra da Bruxelles e Francoforte. A differenza di monete digitali come il bitcoin che non hanno un’autorità centrale che le governa e gestisce, l’euro digitale sarà amministrato dalla Bce. Si potranno anche pagare gli acquisti sui siti Web di e-commerce. Pure la lotta all’evasione – come sempre, non la lotta alla grande evasione, ma a quella dei piccoli commercianti – rientra nelle intenzioni dichiarate del progetto, giacché ogni pagamento sarà tracciabile risulterebbe pressoché impossibile evadere le tasse per i negozianti obbligati ad accettare l’euro digitale. (Continua a leggere dopo la foto)
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Parlano i commissari europei: Dombrovskis, McGuinness e Gentiloni
Il vicepresidente della Commissione europea, nonché commissario al Commercio, Valdis Dombrovskis ha dichiarato, presentando la proposta legislativa dell’esecutivo europeo per introdurre in futuro l’euro digitale: “L’euro digitale sarà un utile complemento ai contanti, ma non si sostituirebbe ad essi, fornirebbe una sorta di alternativa ai mezzi di pagamento digitali. Sarebbe un modo sicuro, istantaneo e pratico di pagare”. Inoltre, “sarà denaro della Banca centrale europea, quindi denaro pubblico“, anche se quest’ultima affermazione potrebbe aprirsi un dibattito interminabile sulla vera proprietà della moneta emessa a debito. Ad ogni modo: “dipenderà dalla Bce come il contante”.
Il quadro legislativo proposto dalla Commissione Ue sull’euro digitale prevede, poi, che “il contante in euro e l’euro digitale saranno convertibili alla pari“: così il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. La commissaria Ue per i servizi finanziari, Mairead McGuinness, ha invece inteso replicare ai legittimi dubbi relativi, tra le altre cose, alla privacy: “La protezione dei dati sarebbe integrata nell’euro digitale fin dalla progettazione. Al momento del pagamento, forniresti alla tua banca le stesse informazioni di quando si utilizza una carta di credito”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Panetta in prima fila
“Più concorrenza e privacy: l’euro digitale diventa realtà”, così è intitolata la lettera di Fabio Panetta e dello stesso Valdis Dombrovskis ospitata dal Corriere della sera. Panetta, ovvero colui che è stato designato come prossimo governatore della Banca d’Italia, membro del board della Bce, è infatti incaricato dalla Banca centrale europea di stilare il progetto: “Attualmente circa due terzi dei nostri pagamenti digitali al dettaglio sono gestiti da pochi intermediari non europei“, ricordano Panetta e Dombrovskis, e con l’avvento dell’euro digitale, la maggiore concorrenza dovrebbe consentire sia ai cittadini sia ai commercianti “di usufruire di servizi di pagamento a costi minori”.
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