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Quarta dose? “Inutile e dannosa”. Lo studio austriaco smonta il mito dell’efficacia: “Solo i fragili”

Pubblicato il 08/01/2024 17:37 - Aggiornato il 08/01/2024 17:38

Richiamo, vaccino “aggiornato”, comunque la si voglia chiamare la quarta dose del vaccino contro il Covid-19, oltre ad essere un flop epocale, risulta pressoché inutile, ed è anzi controproducente e dannosa, secondo uno studio – retrospettivo – austriaco da pochi giorni pubblicato sullo European Journal of Clinical Investigation, che ridisegna il quadro del rapporto tra rischi e benefici. Nello studio condotto in Austria, dal titolo Effectiveness of a fourth SARS-CoV-2 vaccine dose in previously infected individuals from Austria, i ricercatori, tenendo conto della forte protezione immunologica a livello di popolazione dovuta a infezioni e vaccinazioni precedenti, avanzano l’ipotesi che le infezioni da Sars-CoV-2 assomiglino già ad altri coronavirus umani. Non solo durante l’ondata Omicron in Austria le persone già infettate non hanno mostrato differenze significative nella mortalità nei gruppi che hanno ricevuto quattro dosi di vaccino rispetto a tre. Per quanto riguarda le infezioni, è stato osservato un rapido declino dell’immunità e un’inversione di questo effetto nel 2023. (Continua a leggere dopo la foto)
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covid studio efficacia quarta dose

Risultati sorprendenti, ma neppure tanto

Come leggiamo su L’Indipendente, gli scienziati austriaci hanno calcolato l’efficacia relativa ai decessi e alle infezioni tra i mesi di novembre e dicembre 2022 in quasi 4 milioni di individui, già precedentemente infettati, estendendo poi il periodo di osservazione fino al 30 giugno 2023. Considerando che l’immunità naturale conferisce una protezione molto forte senza alcuna evidenza di declino dell’immunità e che i vaccini hanno una protezione duratura contro le forme gravi e letali di Covid, le infezioni o le vaccinazioni hanno contribuito alla transizione di questa pandemia Covid verso l’endemicità con tassi di mortalità molto bassi, come documentato anche dallo studio austriaco. Tra novembre e dicembre 2022, dunque, sono stati registrati 69 decessi per Covid-19 e 89.056 infezioni con un tasso di letalità dello 0,8% sul gruppo analizzato. Tra i risultati, è stata individuata una efficacia pari a meno 24% rispetto a coloro che hanno ricevuto tre dosi e più decessi per Covid-19 tra individui che hanno ricevuto quattro vaccinazioni rispetto a tutte le altre categorie. Lo studio, finanziato dal Fondo scientifico austriaco, ha dimostrato chiaramente che l’efficacia può scendere velocemente fino a valori negativi nell’arco di pochi mesi. Inoltre, rispetto a tre dosi di vaccino, i soggetti con un numero inferiore o nullo di vaccinazioni non differivano per quanto riguarda la mortalità da Covid. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il declino dell’immunità

Per la comparazione statistica che abbiamo appena accennato, sono state selezionate 3.986.312 persone idonee suddivise poi per sesso, fasce d’età e numero di dosi ricevute. Oltre l’80% degli austriaci vaccinati aveva ricevuto il vaccino Covid-19 di Pfizer. L’entità dei cambiamenti nel rischio di infezione in funzione del tempo trascorso dall’ultima infezione precedente suggerisce che l’immunità naturale possa essere determinante nella protezione immunologica in una popolazione. Balza agli occhi, infatti, un dato: i gruppi meno vaccinati hanno prodotto anche un rischio di infezione da SARS-CoV-2 significativamente più basso rispetto al gruppo con quattro dosi di vaccino nel 2023. I risultati di questo studio mettono in dubbio che le raccomandazioni per ripetuti richiami del vaccino contro la SARS-CoV-2 siano attualmente giustificate per gran parte della popolazione generale con una storia di precedenti infezioni. “La mancanza di efficacia della quarta vaccinazione nel 2023 nel nostro studio – scrivono gli autori dello studio austriaco – è coerente con l’idea di un rapido declino dell’immunità da parte di questo secondo richiamo, principalmente bivalente”. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Serve solo ai fragili”

Tenendo conto della forte protezione immunologica a livello di popolazione dovuta alle infezioni e alle vaccinazioni precedenti, l’ipotesi dei ricercatori è “che le infezioni da SARS-CoV-2 possano già assomigliare ad altri coronavirus umani”, possiamo leggere ancora dalle parole dei ricercatori. Sicché i richiami andrebbero raccomandati solo ai fragili: “I nostri risultati si adattano bene all’ipotesi di una diminuzione dell’efficacia e quindi di uno spostamento del rapporto rischio/beneficio delle vaccinazioni aggiuntive durante la transizione della pandemia Covid-19 alla sua fase endemica”, sostengono ancora gli autori dello studio.

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