Un intellettuale di sinistra, coltissimo e mai autoreferenziale, ma soprattutto, a differenza d’altri, obiettivo e intellettualmente onesto. Questo pensiamo di Massimo Cacciari, non è la prima volta che lo scriviamo. E anche stavolta ce lo conferma. Mentre si favoleggia di campo largo dei progressisti, un gruppo alquanto eterogeneo che in fondo non va d’accordo quasi su nulla, il filosofo spegne ogni entusiasmo. Questo campo largo, sin troppo largo, essenzialmente si fonda su due pilastri: il Movimento cinque stelle e il Pd, che sino a pochissimo tempo fa fa distillavano reciproche gocce di puro odio. Peraltro, il leader dei “grillini” ha lanciato una sorta di Opa sulla sinistra nostrana, e abbiamo scritto anche noi dell’incontro (in teoria) segreto con il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Ecco, tutto questo non sfugge, non è taciuto né minimizzato da Cacciari, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. Nell’occasione, con approccio comparatistico, l’ex sindaco di Venezia si sofferma sui due opposti schieramenti, centrodestra e centrosinistra, o quel che ne rimane. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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https://t.co/TRvvujvz0j Centrosinistra, Massimo Cacciari: "Ecco perché non si mettono d'accordo"#ottoemezzo
— Otto e Mezzo (@OttoemezzoTW) February 19, 2024
Sardegna banco di prova, in attesa delle europee
Domenica si voterà per le regionali in Sardegna, i due principali candidati sono Alessandra Todde e Paolo Truzzu. Sarà un primo banco di prova per il campo largo che sostiene Todde, in vista anche e soprattutto delle elezioni europee di giugno. Ma, anticipavamo, Cacciari si è soffermato sul grado di unità delle due coalizioni, come riporta il resoconto del quotidiano Libero. Ebbene, “I problemi sono culturali, strategici ma la cosa mi pare elementare dal punto di vista puramente empirico”. E aggiunge: “Il centrodestra così com’è assemblato oggi dura più o meno dal 1994, da 30 anni, bene o male è quella roba lì: Forza Italia, la Lega, la destra, s’è sempre ritrovato nei momenti elettorali e quando c’era da formare un governo”. Sicché abbiamo, da una parte, “un’esperienza lunga e condivisa”, pur nelle reciproche e talvolta piuttosto evidenti diversità, mentre il cosiddetto centrosinistra, questo centrosinistra, per dirla brutalmente, è morto nella culla. O almeno questo è il concetto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il centrosinistra? “Non sta in piedi”
Ora, lasciamo spazio alle parole esatte di Massimo Cacciari: “Ma cosa parliamo di centrosinistra. Cosa c’entrano i 5 Stelle con il Pd? Abbiamo dimenticato da dove nascono? Con la totale diversità culturale rispetto alla storia del Partito democratico”. E ancora: “Per far maturare le convergenze occorre un lavoro di fondo, di confronto, congressi veri e propri, élite dirigenti capaci. Ma scherziamo?”. Lilli Gruber sbiancava (o forse erano le luci abbaglianti dello studio televisivo), e intanto Massimo Cacciari affondava il colpo di grazia: “Mentre il centrodestra è da 30 anni fa una storia comune, ed è per questo che sta in piedi, mentre il centrosinistra no”.
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