x

x

Vai al contenuto

“Se la situazione peggiora pronti a intervenire” La Nato prepara un’altra guerra e questa volta è alle porte dell’Italia

Pubblicato il 19/08/2022 16:52

“Se la situazione dovesse deteriorarsi siamo pronti a intervenire”. Lo ha dichiarato il segretario generale Jens Stoltenberg nel corso delle due conferenze stampa tenute con il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e il primo ministro kosovaro, Albin Kurti. E proprio al premier di Pristina ha lanciato il suo avvertimento: “Siamo un attore neutrale, la nostra missione prevede, tra le varie cose, di far rispettare il movimento libero delle persone”, ha detto riferendosi all’obbligo di montare sulle auto targhe kosovare anche per la minoranza serba che ha scatenato le proteste di Belgrado.
(Continua a leggere dopo la foto)

serba

La Nato interviene sulle tensioni

Non cala la tensione in Kosovo tra il governo e la minoranza serba del Paese. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, è intervenuto redarguendo ambo le parti. Il primo ministro di Pristina, l’ultranazionalista Albin Kurti, il quale non ha intenzione di cedere sulla conversione delle targhe per i serbi residenti nel nord del Paese, è stato avvisato: “La nostra missione di pace in Kosovo è focalizzata sul mandato ricevuto dall’Onu: dovesse la situazione deteriorare siamo pronti a intervenire. Il dialogo è l’unica soluzione per la regione”, ha dichiarato Stoltenberg nel corso di una conferenza stampa congiunta. Il numero uno della Nato ha poi aggiunto che: “La nostra posizione è chiaramente illustrata dal mandato dell’Onu e lo rispettiamo, siamo un attore neutrale, la nostra missione prevede, tra le varie cose, di far rispettare il movimento libero delle persone“. Il riferimento è chiaramente all’obbligo di montare sulle proprie auto targhe kosovare, anche per la minoranza serba, per poter circolare nel Paese.
(Continua a leggere dopo la foto)

L’accusa del premier kosovaro Kurti

Dal canto suo Kurti ha dimostrato di non aver alcuna intenzione di cedere: “È una misura legale secondo la nostra costituzione”, ha affermato. Il premier si è poi lanciato in un’invettiva contro Belgrado: “I cittadini del Kosovo sono legittimati a stare in allerta per le azioni distruttive della Serbia in linea con l’agenda della Russia per l’Europa. Da una parte c’è lo stato democratico del Kosovo, dall’altra strutture illegali serbe, con la presenza di gang criminali: non dobbiamo abbandonare le politiche basate sui valori e la tolleranza zero sul crimine organizzato”. Non proprio dei toni distensivi.
(Continua a leggere dopo la foto)

La replica del presidente serbo Vucic

Il presidente serbo Aleksandar Vucic, anche lui nel corso di una conferenza stampa congiunta con Stoltenberg, ha replicato sottolineando che: «La Serbia è pronta a rispettare tutti i trattati che ha firmato, vogliamo evitare ogni possibile escalation con la Nato: crediamo di non avere dato adito ad alcuna provocazione». Vucic ha poi aggiunto di non ritenere che esistano rischi reali di una escalation, accusando la leadership kosovara di “retorica politica”: «Da 180 giorni ci accusano di preparare azioni militari ma non è accaduto nulla. Abbiamo bisogno di un approccio razionale, di negoziati, di trovare compromessi. E noi siamo pronti». La situazione è delicata e la Nato monitora costantemente.

Potrebbe interessarti anche: “Fine Covid”. La rivoluzionaria scelta del governo Usa. Ma in Italia nulla cambia