Una tornata elettorale arrivata come uno schiaffo in faccia al premier Emmanuel Macron, che in un colpo solo si trova a fare i conti con tante, pessime notizie: ha perso la maggioranza assoluta all’Assemblée National, ha visto uscire sconfitti nelle urne tre ministri appena incaricati e ha dovuto registrare un’ondata senza precedenti di eletti di estrema destra. Un colpo durissimo considerando come fino all’ultimo la maggioranza presidenziale avesse ribadito di essere convinta di poter raggiungere quota 289 seggi, quelli necessari per poter governare senza l’appoggio necessario di altre forze politiche.
Una previsione che si è rivelata quanto mai errata, con il futuro politico di Macron che, numeri alla mano, si fa ora particolarmente complicato. Stando alle proiezioni, la coalizione presidenziale Ensemble si sarebbe infatti fermata a 234 seggi contro i 141 della sinistra. A seguire il Rassemblement National di Marine Le Pen, passato addirittura da 8 a 90 eletti, tra i quali rientra la stessa leader del partito. Un boom senza precedenti.
Come spiegato dal Fatto Quotidiano, siamo alla “coabitazione” o quasi: ogni progetto di legge e ogni singolo atto dovranno per forza ottenere l’appoggio di deputati al di fuori dei macroniani. Elisabeth Borne, la premier che è riuscita a essere eletta, non ha nascosto la preoccupazione dell’Eliseo: “È una situazione inedita che rappresenta un rischio per il nostro Paese viste le sfide che dobbiamo affrontare, sia sul piano nazionale che internazionale”. Parole di sconfitta seguite da un appello alle forze politiche per l’unità di intenti.
I primi indiziati per correre in aiuto di Macron sarebbero, a rigor di logica, i Repubblicani con i loro 75 seggi. Al momento, però, hanno ribadito la volontà di restare all’opposizione, bloccando così sul nascere le prime trattative. In attesa dei numeri definitivi dagli spogli, le certezze sono due. La prima è l’alto tasso di sfiducia verso la politica dai parte dei cittadini, che hanno disertato in massa le urne (l’astensione è stata almeno del 54%). La seconda è la stroncatura, forte, arrivata per Macron e il suo programma di governo.
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