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Stangata sulle caldaie, arriva la decisione dell’Ue: quanto ci costerà la “rivoluzione Green”

Pubblicato il 09/12/2023 08:30 - Aggiornato il 09/12/2023 11:34

Trovato l’accordo sulla direttiva Ue per le case green, che tanto sta facendo discutere negli ultimi mesi. Commissione, Parlamento e Consiglio europeo hanno infatti raggiunto l’intesa anche sull’ultimo nodo, la data entro la quale dovrà scattare lo stop definitivo ai riscaldamenti da fonti fossili, gas e gasolio. Il testo licenziato inizialmente prevedeva il 2035, ma dodici anni sono ritenuti un lasso di tempo troppo breve per adeguare tutti gli impianti esistenti. Così il Consiglio ha proposto di spostare la data del phase out al 2040. E alla fine tutto hanno dato il loro ok. Ci sarà più tempo, insomma, per adeguarsi. Ma le buone notizie, purtroppo, finiscono qui. (Continua a leggere dopo la foto)
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caldaie ue green

Le strategie green varate dall’Europa continuano a non convincere i cittadini, convinti del fatto che i benefici per l’ambiente saranno minimi mentre i sacrifici imposti alle famiglie ingenti. Secondo un sondaggio svolto dalla Unipol, soltanto l’8% degli italiani sarebbe disposto a effettuare opere di efficientamento energetico per adeguarsi alla direttiva Ue sulle case. Addirittura, il 52% degli intervistati non è a conoscenza della classe energetica della propria abitazione. (Continua a leggere dopo la foto)

caldaie ue green

Secondo l’Enea, gli interventi di riqualificazione energetica ammessi a detrazione con il Superbonus sono costati complessivamente circa 92 miliardi di euro e hanno riguardato appena il 3% delle abitazioni. Sulla base di una stima non ufficiale circolata nei mesi scorsi, adeguare il patrimonio immobiliare esistente alla direttiva Ue costerebbe in media almeno 60mila euro a fabbricato. Ma si tratta di un valore medio: il valore degli interventi salirebbe nel caso di abitazioni unifamiliari e pure per fabbricati condominiali di grandi dimensioni. (Continua a leggere dopo la foto)

caldaie ue green

Entro il 2050, l’intero patrimonio edilizio esistente dovrà essere adeguato al target di “zero emissioni“. I co-legislatori hanno concordato inoltre l’installazione di idonei impianti a energia solare nei nuovi edifici, negli edifici pubblici e in quelli esistenti non residenziali soggetti a ristrutturazione che comporti la richiesta del permesso edilizio. L’obbligo di installare pannelli solari sui tetti riguarderà solo gli edifici pubblici e non residenziali a partire rispettivamente dal 2026 e dal 2030. L’imposizione più stringente sui proprietari sarà quindi sostituire entro 17 anni tutte le caldaie con pompe di calore. Uno sforzo non da poco: un nuovo impianto avrà un costo di 4-6mila euro, ai quali sommare le spese di installazione.

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