Ventitré minuti di ordinaria follia: non stiamo semplicemente parafrasando il titolo di un celebre film, oramai è davvero “ordinaria” la violenza che regna nelle strade delle nostre città fuori controllo; ora, persino nei luoghi sacri. Se noi entrassimo in una moschea, in larga parte dei Paesi islamici, per sfasciare tutto e appiccare un rogo, per fare un esempio certo scontato ma calzante, verremmo molto probabilmente condannati a morte o a scontare molti anni di carcere. Ma all’inverso, conscio di una certa impunità di cui, in tutta evidenza, gli stranieri godono, il maghrebino che si è reso protagonista dell’incredibile episodio di violenza di Parabiago, nel milanese, è stato semplicemente denunciato per incendio doloso, dopo aver agito indisturbato per oltre venti lunghissimi minuti. All’apice del suo raptus ha persino incendiato il presepe della chiesa di Villastanza, frazione di Parabiago, intitolata a Santa Maria Elisabetta. Andiamo con ordine e ricostruiamo i fatti. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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La ricostruzione dei fatti
Il cittadino marocchino di 23 anni è entrato nella chiesa (in quel momento deserta, per fortuna) brandendo un’accetta, dapprima è salito dove c’è l’organo e ha spaccato le canne, poi è sceso e ha iniziato a girare attorno all’altare urlando frasi sconnesse, e incomprensibili, dunque ha accumulato cuscini e tutto quello che ha trovato, da un contenitore che aveva in tasca ha buttato liquido infiammabile sul presepe e gli ha dato fuoco, in accordo con la ricostruzione del portale di informazione locale LegnanoNews. Se ne sono perse le tracce, dopo la sua “impresa”, per diverse ore sino a che – grazie alle testimonianze dei testimoni che lo hanno visto uscire e che si sono accorti del fumo che proveniva dalla chiesa e ai filmati delle telecamere di sicurezza presenti in zona – è stato individuato e condotto in stato di fermo presso la caserma dei carabinieri di Legnano. Come detto, è ora a piede libero, per quanto denunciato e in attesa del processo per il suo gravissimo gesto. I Vigili del fuoco, prontamente intervenuti, hanno evitato che il rogo si propagasse. (Continua a leggere dopo la foto)
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I danni
Il presepe è andato completamente distrutto, ma non è ancora possibile quantificare i danni, basti pensare che soltanto l’organo risale al Seicento, un oggetto raro che ha subito danni che potrebbero essere irreversibili. Nel complesso, si parla di decine di migliaia di euro a causa del fumo che ha anche annerito il soffitto rovinando completamente gli affreschi. Ora, non vogliamo fare i sociologi e ribadire concetti che abbiamo più volte espresso sulla difficoltà di integrazione di certi elementi, citando il caso paradigmatico delle banlieue francesi, ma la situazione di intolleranza religiosa da parte dei migranti sta raggiungendo livelli davvero allarmanti (Continua a leggere dopo la foto)
Le reazioni
“È stato un attacco vile ed incivile da condannare – il sindaco di Parabiago Raffaele Cucchi – È stato danneggiato l’organo ed i cittadini sono stati privati del proprio luogo di culto, proprio ora poi che è Natale”. Poi, le parole del consigliere regionale Silvia Scurati, che ci permettiamo di fare nostre: “Sarebbe questa l’integrazione di cui tanto si parla la sinistra?” E ancora: “Giù le mani dai nostri simboli cristiani, dalla nostra storia e dai nostri valori”.
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