Altro che la “Vita in vacanza” cantata da Lo Stato Sociale in una delle sue più celebri hit. Gli italiani, nel corso dell’estate 2019, hanno messo mano al portafogli molto meno rispetto al passato, con risultati ovviamente pesanti per gli operatori turistici. Dal Veneto alla Versilia passando per Lazio e Sardegna, il quadro non è per niente roseo e la stagione, soprattutto nel mese di agosto, si sta rivelando come una terribile delusione. E a spendere in misura ridotta non sono soltanto gli italiani, ma anche chi arriva da oltre i confini.
Un trend negativo che è stato confermato da Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi: “Sono mancati soprattutto tedeschi e inglesi. Complice la crisi economica, per esempio in Germania, che ha spinto a scegliere destinazioni a basso costo, la Tunisia, l’Egitto o la Turchia (oggi considerate anche meno a rischio dal punto di vista della sicurezza, dopo il picco degli attentati terroristici), che hanno sistemi di tassazione inferiori ai nostri, tariffe più basse anche se spesso a scapito della qualità”.
A pesare sono sicuramente le ristrettezze economiche ma anche un cambiamento culturale (a causa anche dei costi) che spinge a spalmare le ferie in diversi periodi dell’anno. A questo si aggiunge la scelta di nuovi canali per la selezione della propria meta. Il risultato è che se alcune località gioiscono a sorpresa, altre si disperano. In Versilia il calo da inizio agosto è stato così evidente da provocare interrogazioni in Consiglio regionale con tanto di coda di polemiche politiche. Nel Lazio, Francesca Tomaselli del Sib (Sindacato italiano balneari) denuncia “una perdita media del 30% di incassi”.
Secondo Renato Papagni di Federbalneari “abbiamo cifre discordanti anche nella stessa località: a Fregene alcuni imprenditori lamentano cali del 50%, altri sorridono per un +15-20%” (la media, per i litorale laziale, sarebbe del 30%). Difficile, dunque, fare una valutazione complessiva. “Si sta sicuramente allargando la forbice tra destinazioni di lusso e quelle a basso costo — aggiunge il presidente di Federalberghi Bocca — Località come la costiera amalfitana o Capri sono andate bene, perché chi ha disponibilità economica risente meno della crisi. E vale anche per il basso costo. Quello più penalizzato è il turista di mezzo, che rinuncia a partire”.
La media per questa estate è di 10 notti fuori casa, in linea con l’anno precedente. Diminuisce però del 9,5% la spesa media complessiva (viaggio, alloggi, ristoranti) degli italiani, passando da 24,1 a 21,8 miliardi di euro. Come detto, non tutto è buio. Tra le realtà che hanno tirato un sospiro di sollievo ci sono invece la Liguria e la Campania. In Sardegna il calo di presenza è invece stato del 5% (10% in meno nel fatturato). Stessi numeri, negativi, per il Veneto. La ricetta anticrisi per Bernabò Bocca è la stessa:”Puntare sulla qualità. L’Italia è unica nella capacità di offrire insieme mare, montagna, località termali e città d’arte. Ma bisogna rendersi conto che chi viaggia è sempre di più un turista giovane. Senza demonizzare il comparto lusso. L’importante è dare un’offerta che soddisfi tutti”.
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