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Aste, minacce e ricatti alle vittime ad Avellino: l’ennesimo caso, mentre lo Stato tace (e i criminali festeggiano)

Pubblicato il 12/11/2019 11:01 - Aggiornato il 16/11/2019 11:13

Un vero e proprio racket che metteva in ginocchio le vittime, già disperate. La conferma di come il problema dei pignoramenti e delle aste giudiziarie in Italia sia forte, una vera e propria emergenza della quale avevamo già parlato in passato, spiegando come oggi tante famiglie italiane si trovino costrette a svendere (nel vero senso del termine) i propri beni e le proprie abitazioni. Chi beneficia di questa drammatica situazione? La malavita, ovviamente, come testimoniato dalle vicende di Avellino.

Stando a quanto emerso dalle indagini della direzione distrettuale di Napoli, 3 persone (Armando Aprile, Livia Forte e Modestino Forte) avevano infatti dato vita a un vero e proprio racket, con meccanismi perfezionati e ripetuti nel tempo. Si prendeva di mira una vittima che aveva subito un pignoramento e la si ricattava: “Pagaci o parteciperemo alle aste per i tuoi immobili comprando tutto”. Toni aggressivi, mortificazioni, violenze verbali. A danno di soggetti già disperati e in difficoltà serie.

Un imprenditore di Atripalda, comune in provincia di Avellino, ha raccontato di aver ricevuto richieste pressanti: “Entravano in officina chiedendomi 20 mila euro per far desistere una persona interessata alla mia casa dal perfezionamento dell’acquisto. Hanno anche tentato di mettermi paura dicendo che l’interessato aveva contatti con la polizia”. A testimoniare il tutto, anche degli audio registrati di nascosto e messi a disposizione degli inquirenti.

Una stortura tutta italiana, segnata da procedure poco chiare e molto costose al termine delle quali il debitore non è neppure liberato interamente dal debito. Le recenti riforme del governo Renzi non hanno fatto altro che peggiorare le cose, permettendo delle offerte di molto inferiori al valore del bene finito all’asta. Drammi quotidiani di fronte ai quali tutti, dal Consiglio Superiore per la Magistratura a Bankitalia, chiudono gli occhi. E che fanno la fortuna di veri e propri criminali, liberi di agire sulla pelle degli italiani.

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