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Il “nuovo Mes”? Come una moglie “quasi incinta”. Ecco perché per gli italiani non c’è niente da festeggiare

Pubblicato il 10/12/2019 10:45 - Aggiornato il 10/12/2019 10:55

Una battuta un po’ cattivella ma particolarmente azzeccata, quella con cui Gianluigi Paragone ha commentato la risoluzione ipotizzata per il Mes, il Fondo Salva-Stati all’europea che tanto sta facendo discutere in questi giorni. Un accordo che al senatore pentastellato fa venire in mente una celebre battuta di Enzo Biagi, “quella dell’uomo che diceva all’amico che sua moglie era incinta ma solo un poco”. Perché il senso di fondo, spogliato dal sarcasmo, è quello: il tentativo del governo di convincere gli italiani che il Mes alla fin fine sarà approvato, ma solo un po’.

Il "nuovo Mes"? Come una moglie "quasi incinta". Ecco perché per gli italiani non c'è niente da festeggiare

La bozza che inizia a prendere forma dopo che l’Italia ha incassato un risultato a metà, quello del rinvio della firma che però non pare in discussione, è più che esplicativa in questo senso. Si finge di aver dato una sterzata alle modifiche dell’organismo ma, nei fatti, si asseconda l’Unione. Il testo che arriverà in Parlamento a breve è all’insegna, sulla carta, di una più generale “riforma della governance economica europea e dei suoi obiettivi che miri alla crescita sostenibile e inclusiva dell’area euro e dell’Ue nel suo complesso, che sostengano l’economia italiana e consentano livelli adeguati di investimenti e di spesa sociale”. Bellissime parole. Ma nel dettaglio, cosa è cambiato?

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La risoluzione, entrando nel dettaglio, chiede di escludere “interventi di carattere restrittivo sulla dotazione di titoli sovrani da parte di banche ed istituti finanziari e comunque la ponderazione dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale”. Nell’ipotesi che l’Italia dovesse richiedere l’intervento del Mes, si prevede inoltre comunque un passaggio forzato in entrambi i rami del Parlamento. Infine il fronte banche, particolarmente esposte alla gestione del nostro debito sovrano. La risoluzione sul Mes mira a impedire “interventi di carattere restrittivo sulla dotazione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e comunque la ponderazione dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale”.

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E però, al netto dei toni trionfalistici usati dal ministro Gualtieri, il risultato è di poco conto. Mancano clausole che evitino pericolose azioni collettive, così come mancano garazie sull’applicazione dei principi delle “single limb Cacs”, che finirebbero per agevolare e accelerare il processo di ristrutturazione del debito pubblico, ipotesi che ha già messo in subbuglio il mondo bancario italiano. Un gran festeggiare e mostrare i muscoli, insomma, di fronte al nulla. Cercando di far passare il messaggio che quello approvato sarà un Mes in salsa ridotta. E beato chi riesce a crederci.

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