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Banche, terremoto all’orizzonte: margini a rischio, oltre 70 mila posti di lavoro in bilico

Pubblicato il 29/11/2019 13:05

La redditività attuale non è certo il massimo. Ma per mantenerla gli istituti dovranno tagliare costi per circa 5 miliardi di euro, spenderne circa 10 per mettersi alla pari del sistema europeo e ripensare il modello di business, con passaggi dolorosi come ridurre il personale e digitalizzare sempre più. Questa la ricetta per le banche italiane lanciata dalla società di consulenza internazionale Oliver Wyman nel rapporto “Banche italiane su un piano inclinato”, anticipato dal Sole 24 Ore.

Banche, terremoto all'orizzonte: oltre 70 mila posti di lavoro in bilico

Una linea all’insegna della discontinuità industriale che, in caso di crisi finanziarie o di recessione, potrebbe anche farsi più “dura” per Oliver Wyman: “Senza nuove crisi, senza recessione, senza aumenti di capitale significativi dovuti alla nuova regolamentazione la nostra ipotesi è che nei prossimi cinque anni la media delle banche italiane vedrà una riduzione dei ricavi, in termini di margine di intermediazione, del 10% con punte del 15% per quelle più esposte sul credito e sui titoli di stato”.

Banche, terremoto all'orizzonte: oltre 70 mila posti di lavoro in bilico

Pesano, nelle previsioni, i tassi d’interessi zero della Bce e la compressione della redditività degli impieghi, già scesi nel 2019 di 30 punti base per i mutui e di 80 per i prestiti alle imprese. Le conseguenze potrebbero quindi essere una riduzione dello spread e la compressione dei ritorni sui titoli di debito. Le soluzioni? “Servono una serie di interventi radicali di cambiamento del modello di business da realizzarsi nell’arco di due piani industriali con l’impegno di manager coraggiosi e lungimiranza dei board che devono guardare a un’ottica di medio termine e non alle convenienze immediate”.

“Bisogna colmare il gap di produttività verso le altre banche europee che già operano con un rapporto tra costi e totale della raccolta e impieghi dell’1% rispetto all’1,4% delle nostre banche. Le banche italiane dovranno ridurre le base dei costi di circa 5 miliardi di euro che corrispondono a circa 70.000 risorse e a 7.000 filiali nel corso dei prossimi 5 anni”. Per posizionarsi sui livelli medi di redditività allineati al costo del capitale (8-9%), il taglio costi necessario raddoppierebbe a 10 miliardi. Dei dipendenti che resteranno in banca, “oltre il 45% della forza lavoro dovrà acquisire nuove competenze”. Più che una trasformazione, insomma, quella auspicata è una vera rivoluzione.

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