Una evidente schizofrenia, quella dei vertici delle istituzioni sanitarie statunitensi: se appena pochi giorni fa davamo conto dell’audizione al Congresso da parte del dottor Peter Marks, direttore del Center for Biologics Evaluation and Research (Cber) presso la Fda – e della sua candida ammissione per cui i vaccini contro il Covid-19 “potrebbero non prevenire l’infezione”, ovvero anche chi sia vaccinato potrebbe infettarsi e contagiare –, oggi leggiamo della nona dose. Nona, avete letto bene. Le altre otto, dunque, sono state pressoché inutili? Torniamo alla notizia. La direttrice dei Centers for Diseases Control and Prevention (CDC) americani, Mandy Cohen, ha approvato la raccomandazione dell’Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP) ovvero il Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione, che propone un’ulteriore dose di vaccino Covid-19, nella sua versione aggiornata al 2023-2024, che dunque si aggiungerebbe al richiamo autunnale dei mesi scorsi. Gli americani dovranno scegliere se ricevere il siero mRNA Pfizer oppure Moderna. (Continua a leggere dopo la foto)
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La “raccomandazione”
Si tratta di una raccomandazione, non di un obbligo, ma pare assolutamente surreale, nonostante le evidenze scientifiche sempre più diffuse e la montagna di studi e ricerche sempre più frequenti sui danni collaterali dettati tanto dalla proteina Spike quanto dalla stessa biotecnologia a mRNA. Il “richiamo” autunnale per i fragili e gli anziani in Italia si è rivelato un epocale flop, nonostante si sia provato ad alimentare ancora il clima del terrore attraverso uno spot televisivo con Michele Placido. Secondo l’autorità sanitaria americana, una dose aggiuntiva del vaccino aggiornato può ripristinare la protezione che è diminuita rispetto alla dose autunnale del vaccino, fornendo una maggiore protezione agli adulti di età pari o superiore a 65 anni. Le persone “con un sistema immunitario indebolito” sarebbero il target dell’ennesimo richiamo, ma abbiamo già scritto una miriade di volte dell’indebolimento del sistema immunitario come una delle numerosissime conseguenze della inoculazione di un farmaco sperimentale chiamato vaccino. E non lo dicevamo noi, bensì ci siamo limitati a divulgare le risultanze di studi e ricerche pubblicati da autorevoli riviste, ma forse Mandy Cohen non se ne è minimamente accorta e, come leggiamo su Il Giornale d’Italia: “La maggior parte dei decessi e dei ricoveri per Covid-19 lo scorso anno sono avvenuti tra persone di età pari o superiore a 65 anni”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Quel che fingono di non vedere
Peccato che le uniche statistiche cui negli USA, in Italia e in Europa non fanno scalpore – non tra le virostar e tra i professionisti dell’informazione – siano quelle sulla crescita esponenziale e drammatica delle morti inspiegabili da “malori improvvisi” o quelle delle migliaia e migliaia di persone colpite da effetti avversi, anche molto gravi, o uccise in pochi mesi o settimane per oscure malattie fulminanti.
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