Ha suscitato legittimo sdegno il cartello che raffigura Anna Frank ritratta con la kefiah palestinese – a ribadire una equazione fra sionismo e nazismo, molto in voga – durante la manifestazione di ieri a Milano in sostegno del popolo palestinese, ma era nulla in confronto a quanto raccolto in esclusiva da il Giornale. Il quotidiano milanese, sui suoi canali social ha pubblicato un video girato nella stessa manifestazione, partita da Piazza Duca D’Aosta e transitata lungo tutto il centro città sino a via Padova, in cui si odono orridi messaggi. In arabo. Sono stati tradotti e un messaggio in particolare, tra gli altri di cui poi tratteremo, dà il segno di un odio feroce che nulla ha a che fare con la “pace”, il termine dietro cui si trincera l’ipocrisia. “Apri le frontiere e ci mangiamo i sionisti, apri le frontiere e ci mangiamo gli ebrei”, laddove il verbo “mangiare” può essere reso anche come “uccidere”, per estensione, secondo coloro che hanno tradotto il coro, che pare sia stato intonato da un gruppo di egiziani presenti al corteo assieme a centinaia di altri musulmani, ospiti nel nostro Paese. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
>>> “Solo fregnacce”. Parla l’himam e Cruciani sbotta così: panico a Dritto e Rovescio (VIDEO)
>>> Riscaldamenti, “Fino a 3mila euro di multa” per chi non rispetta le regole. Il calendario aggiornato per zone
Gli slogan in arabo
Il tutto viene documentato nel video, girato da Alberto Giannoni, che anche noi vi riportiamo. Nelle retrovie del corteo di circa 4mila persone, in via Vitruvio, era alternato al grido, più comprensibile, “Allah u akbar”. In testa al corteo, le componenti palestinesi o filopalestinesi più politicizzate (spesso giovani immigrati di seconda generazione, come quelli delle banlieue che hanno messo a ferro e fuoco la Francia nei mesi scorsi). Più dietro, lo spezzone con bandiere rosse e formazioni di estrema sinistra, centri sociali e collettivi studenteschi. Nelle retrovie il gruppo, che ribadiamo essere composto per lo più da egiziani, protagonista degli agghiaccianti slogan antiebraici di cui sopra. Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione dei palestinesi in Italia, alla partenza della manifestazione aveva già lanciato pesantissimi strali contro Israele e una lunga intemerata sul caso dell’ospedale Al-Ahli di Gaza, nonostante i numerosi dubbi e le prove, che anche noi abbiamo ripreso, che presumibilmente si sia trattato di un missile della stessa Hamas che aveva sbagliato traiettoria. La verità è una sola: “Israele è uno Stato criminale”, ha urlato Hannoun. Eppure, quelle persone che ballavano al party di musica elettronica, quei bambini dei kibbutz, i civili massacrati e quelli presi in ostaggio, non erano “criminali”, ma ai partecipanti alla manifestazione in sostegno di quella che chiamano “resistenza” ciò pare non interessare più di tanto. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Un solo squillo”. Occhio alla truffa: se vedete questi numeri… Come difendersi dal nuovo scuota-conto che gira negli smartphone
“Una pagina gloriosa”
Anzi, come scrive ancora il Giornale, già in precedenza, al sit-in in via Mercanti, l’attacco di sabato 7 ottobre da parte dei terroristi di Hamas veniva dipinto come una “pagina gloriosa”, nonché come una “eroica e sacrosanta” risposta contro la politica di “aggressione e sterminio”.
Potrebbe interessarti anche: Vaccino, “La correlazione è certificata.” Ma tutti assolti. Militare deceduto: ecco perché Aifa bloccò le autopsie