Lucidissimo, come sempre, Giulio Tremonti commenta, in una lunga intervista a Libero, la situazione del governo a rischio caduta sull’approvazione della riforma del Mes e, soprattutto, spiega che cosa contiene davvero questa riforma. Secondo Tremonti Conte non cadrà con il voto del 9 dicembre, ma dall’Aula uscirà un’Italia con la credibilità a pezzi e un premier in una posizione sempre più scomoda. Uno dei punti più critici del Fondo salva-Stati è racchiuso nell’articolato e nell’allegato, “in specie nell’articolo 3 e nell’Allegato III, negli obiettivi e nei criteri che sono assegnati al Mes”, fa notare Tremonti.
Per capire come mai, oggi, siamo arrivati fino a questo punto è utile fare un salto indietro nel tempo, al 2008 anno delle prime crepe negli istituti bancari. Lo riassume bene l’ex presidente dei ministri del Tesoro del Ppe: “Nel settembre 2008 scrissi alla Presidenza europea di turno, a Christine Lagarde, una lettera poi divenuta pubblica nella quale si facevano notare due dati essenziali”. Intanto nel Trattato Ue non vi erano tracce della parola crisi declinata come “rottura di sistema”. “Il Trattato era concepito e scritto solo in termini positivi e progressivi ma gli accordi internazionali sono come i matrimoni, devono reggere nella buona e nella cattiva sorte, che non era prevista ma stava arrivando”, ha ricordato Tremonti.
Dopo di che il professore fece notare che per gestire la crisi all’Europa sarebbe servito un fondo. “Anzi, ricordo che parlai di più fondi”, ha spiegato ancora il professore. Ma il Fondo costituito dall’Europa fu concepito per essere “uno strumento giuridico privatistico extra trattato. Il fondo fu incorporato più o meno come un hedge fund con sede in Lussemburgo”. Tremonti poi sottolinea come l’Europa sia entrata in Grecia “inondando il Paese in forma irresponsabile di liquidità”. “Non si parla più di eurobond, ma di Troika – ha fatto notare l’ex ministro dell’Economia – ovverosia di commissariamento dei Paesi in crisi di conti. In Italia la Troika non fu necessaria, si erano offerti volontari Monti e la sua salvifica maggioranza. In Grecia l’esperienza fu tragica”.
Se l’Italia firma il Mes, l’Europa potrebbe poi commissariarla a proprio piacimento? Emblematica la risposta di Tremonti: “Basta leggere il Trattato. Articolo 3 e Allegato III. Qui si attribuisce alla struttura del Mes la seguente funzione: ‘se necessario per prepararsi internamente a poter svolgere adeguatamente e con tempestività i compiti attribuitigli il Mes può seguire e valutare la situazione macroeconomica e finanziaria dei Paesi membri, compresa la sostenibilità del debito pubblico, e analizzare le informazioni e i dati pertinenti'”.
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