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Conte si prende i pieni poteri: “Il piano per un governo parallelo del Recovery Fund”

Pubblicato il 08/12/2020 15:35

Il premier Conte con questa pandemia si è fatto prendere davvero la mano. E adesso anche nella maggioranza qualcuno inizia a storcere il naso. Finché se ne infischiava del parlamento ma faceva contenti i suoi all’interno del governo, bene. Ora che inizia a fregarsene anche di quelli che stanno al governo e pensa solo per sé, le cose si fanno davvero allarmanti. Conte vorrebbe sostanzialmente costruirsi un vero governo nel governo, un comitato esecutivo che risponde al Ciae (Il Comitato interministeriale degli affari europei), quindi due livelli di separazione dal Consiglio dei ministri. A piegare i dettagli è Stefano Feltri con un articolo pubblicato su Domani.

“Nessun coinvolgimento del Parlamento – scrive Feltri – e una capacità di assunzioni e di spesa assoluta, in deroga a tutto, all’obbligo di fare gare per usare aziende, a quello di fare concorsi per il personale, ai controlli della Corte dei conti e con il coinvolgimento di dirigenti delle società pubbliche controllate dal ministero del Tesoro. Il tutto, ovviamente, governato per Dpcm senza passare quindi dal parlamento e neppure dal controllo preventivo della presidenza della Repubblica, come capita per i decreti legge”.

Quali sono dunque le intenzioni di Conte? Spiega Stefano Feltri: “Portare in Consiglio dei ministri una richiesta di costruire un governo personale e parallelo, libero dal controllo del parlamento e anche da quello del Quirinale, alla vigilia della sua prima prova parlamentare. Un voto irrilevante nel merito è stato trasformato in una specie di questione di fiducia sulla sopravvivenza del governo dalle dinamiche interne ai partiti: mercoledì si vota la risoluzione sulla riforma del fondo salva stati Mes”.

Conclude Feltri: “Se mercoledì Giuseppe Conte vince, avrà quei ‘pieni poteri’ che Matteo Salvini aveva soltanto sognato. Non per tormentare poveri migranti salvati in mare, ma per gestire il più colossale flusso di denaro pubblico dai tempi del piano Marshall”. Quel flusso di denaro, ovviamente, sarebbe il Recovery Fund, sempre che arrivi… Ed è per questo che ora premer per il Mes, perché il ricatto dell’Europa è ormai evidente: senza Mes, Conte non avrà i soldi europei.

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