Seguendo un copione già visto tante volte in passato, l’Europa si sta preparando alla controffensiva contro il governo Meloni. Reo di aver alzato la voce sui migranti, di non aver ratificato ancora il trattato istitutivo del Mes, di aver chiesto la possibilità di gestire in maniera diversa dal previsto i fondi del Pnrr. E, in generale, di non voler chinare il capo, atteggiamento quest’ultimo che Bruxelles non riesce proprio a tollerare. E allora, dopo l’isolamento dell’Italia nella gestione dei flussi migratori, ecco che l’Ue si prepara a risfoderare un’altra, vecchia arma: lo spread. Una fonte di pressione che già in passato i colletti bianchi dell’Europa hanno agitato contro altri governi, a loro volta poco inclini alla cieca obbedienza. E che presto potrebbe colpire anche la squadra guidata da Giorgia Meloni. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiegato dalla Stampa, l’allarme è in realtà già scattato: “L’Italia pagherà più di 100 miliardi di euro di interessi passivi sul debito pubblico sia nel 2023 che nel 2024”. Con lo spread pronto “a volare oltre quota 210 punti base già a fine anno”. Scenario che finirebbe inevitabilmente per mettere sotto pressione i conti dello Stato. L’ipotesi è stata confermata anche dal Tesoro, che l’ha definita “concreta”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Il ritorno dello spread”. L’Europa contro il governo Meloni
A pesare sulle nostre spalle sono, ovviamente, le scelte dell’Europa. In particolare, la riduzione di acquisti di titoli governativi decisa dalla Banca Centrale Europea a partire da ottobre e i continui rialzi decisi dallo stesso istituto: Gli effetti hanno già iniziato a farsi sentire e la finanza pubblica italiana rischia di essere tra le più colpite: “L’Italia dovrà scendere sul mercato con i tassi attuali, vicino al 4,5%. Ne deriverà un costo accessorio per i rendimenti promessi. Già quest’anno saranno sorpassati i 100 miliardi di euro per gli interessi passivi sul debito e il quadro non migliorerà nel 2024”. (Continua a leggere dopo la foto)
Le strette monetarie, insomma, possono avere un impatto pesantissimo, di circa 20 miliardi l’anno. Con lo spread, il differenziale di rendimento tra i Btp e i bund tedeschi, che secondo gli analisti potrebbe salire fino a quota 190 entro fine anno, dieci punti in più rispetto a oggi. Per poi arrivare a 210 nei primi mesi del 2024. La pressione, per il governo Meloni, sarebbe altissima. L’avvertimento dell’Europa è forte e chiarissimo.