Un mese decisamente movimentato, da un punto di vista politico, quello di maggio 2023. Con il decreto lavoro varato dal governo, il confronto tra maggioranza e opposizione sulle firome istituzionali (presidenzialismo su tutte), le nomi dei vertici Rai, le tensioni con la Francia sui migranti. Per non parlare della visita in Italia del premier ucraino Zelensky, le polemiche successive all’alluvione in Emilia-Romagna e le elezioni Comunali, che hanno segnato l’ennesima battuta d’arresto per il Partito Democratico. Come sono uscite da questo vortice di eventi le varie formazioni italiane? A dare una risposta è stato il sondaggista Nando Pagnoncelli, che ha pubblicato sulle pagine del Corriere della Sera l’esito dell’ultima rilevazione Ipsos fatta sulle intenzioni di voto degli abitanti del Bel Paese. (Continua a leggere dopo la foto)
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Stando al sondaggio riportato da Pagnoncelli, a dominare è la stabilità rispetto al mese di aprile. Le valutazioni sull’operato del governo e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni hanno fatto registrare un aumento sia dei giudizi positivi (due punti) sia di quelli negativi (un punto l’esecutivo, due la premier), con gli indici di gradimento rimasti pressoché inalterati. Guardando i singoli partiti, però, ecco che qualcosa sembra essersi mosso. (Continua a leggere dopo la foto)
A perdere consenso è stato infatti innanzitutto il M5S, in flessione di 1,5 punti rispetto a 30 giorni fa. Pochi sorrisi anche nell’area di centro, con Azione al 3,5% e Italia Viva al 3%. Sia per Renzi che per Calenda, dunque, nessuna buona notizia. Stabili, invece, i due principali partiti: Fratelli d’Italia primo con il 29,6% dei consensi, seguito dal Partito Democratico al 20,4%. (Continua a leggere dopo la foto)
Con la Lega all’8,2% e Forza Italia al 7,7%, a far registrare il più importante balzo in avanti è stato il partito Italexit di Gianluigi Paragone, che secondo Pagnoncelli ha fatto registrare una crescita che l’ha portato fino al 2,4% delle preferenze. Un passo avanti deciso, che lo ha portato in una posizione migliore persino di +Europa, fermo invece all’1,8%. La conferma di un’insofferenza crescente tra gli italiani verso un’Unione Europea vista come fonte di imposizioni spesso ingiuste e non certo come promotrice di reali miglioramenti.
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