C’è un vero regolamento di conti in area Pd, anzi più d’uno, ma certamente il più gustoso per il cronista è quello che vede l’iconico Vincenzo De Luca scagliarsi contro Elly Schlein e viceversa, tra dichiarazioni al vetriolo e vendette trasversali, come quella consumata con il “demansionamento” di Piero De Luca, il figlio del presidente della Campania, dal ruolo di vice Capogruppo alla Camera per il Partito democratico. Come è noto, nella competizione per la segreteria del Nazareno, De Luca senior (che del Pd è uno dei fondatori) si è schierato dalla parte di Stefano Bonaccini e, sin da quando Schlein è stata eletta, il governatore con il consueto stile corrosivo – al punto che non lo si distingue più dal suo imitatore Maurizio Crozza – non le ha risparmiato critiche feroci, tra cui le esilaranti considerazioni sulla mitica armocromista a 300 euro l’ora. “Io sarei in grado di proporre un risultato cromatico di gran lunga migliore”, disse, e anche: “Ho avuto un movimento di commozione davanti a questa notizia”. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Il dribbling ai cronisti
De Luca, intervenuto presso la Sala De Santis di Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, per la presentazione della nuova edizione del Premio Massimo Troisi, è poi stato inevitabilmente sollecitato dai cronisti de Il Mattino sulla vicenda del figlio, rilasciando solo un commento, comunque eloquente per quanto laconico: “In questa stanza sono vietate la brutte parole”. Vi è, poi, un post di Facebook vergato dallo stesso De Luca, e anch’esso emblematico pur nella sua brevità: “In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic“. Chissà con chi ce l’aveva. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il post criptico (ma neppure tanto)
Dunque, nella polveriera chiamata Partito democratico la fronda è composita e multiforme, con varie correnti che, per una ragione o per l’altra, denunciano lo stravolgimento e il cambio di passo del nuovo soggetto a guida Schlein. Tra tutti costoro, De Luca è certamente tra i più agguerriti, ora anche in quanto padre del vice Capogruppo destituito.
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