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“Ci è costato un’enormità!” Un milione di posti di lavoro ai rifugiati ucraini. Il prezzo che l’Europa c’impone

Pubblicato il 07/06/2023 17:33 - Aggiornato il 20/06/2023 09:41

Dinanzi all’endemico tasso di disoccupazione che in Europa caratterizza soprattutto l’Italia, e pur ribadendo tutta la pietà umana possibile verso chi sia costretto a sfuggire dalla Ucraina in guerra, non può non suscitare qualche rimostranza la dichiarazione che riportiamo per esteso, data anche la fonte da cui proviene, ovvero il commissario dell’Unione europea per il Lavoro: “Quest’anno, secondo un rapporto dei servizi pubblici negli Stati membri – ha dichiarato Nicolas Schmit – sono stati firmati oltre un milione di contratti di lavoro con le persone provenienti dall’Ucraina”. Per la precisione, i contratti stipulati ammontano a un milione 300mila. Le affermazioni del commissario Schmit sono state pronunciate durante la conferenza stampa a Bruxelles con la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, e il consigliere speciale della Commissione Ue per l’accoglienza dei rifugiati ucraini, Lodewijk Asscher, in occasione della pubblicazione di un rapporto. (Continua a leggere dopo la foto)
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contratti lavoro rifugiati ucraini

L’annuncio del commissario Ue

“Da quando è iniziata la guerra abbiamo avuto milioni di persone in arrivo nell’Unione europea dall’Ucraina”, rivendica il commissario europeo per il lavoro. Grazie alla protezione temporanea le persone che hanno lasciato il Paese in guerra hanno potuto accedere “all’assistenza sanitaria, trovare una casa, accedere ai servizi per l’infanzia e l’istruzione”, aggiunge. Le dichiarazioni sono seguite puntualizzando come, a causa di barriere linguistiche e mancanza di riconoscimento di qualifiche e titoli, molti ucraini lavorino in impieghi “al di sotto delle loro competenze”. Proprio per tale ragione, attualmente, gli investimenti dei finanziamenti sul programma per la coesione per affrontare tale sfida “ammontano ad oltre un miliardo di euro”. Una cifra enorme, che si somma ai 13 miliardi di euro impegnati in armamenti, finora, dalla stessa Unione europea, quella che ci ha garantito i famosi “Settant’anni di pace” e che ora, di fatto, è divenuta una parte cobelligerante. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il caso delle risorse “dirottate”

Ma, conclude Nicolas Schmit, come riporta l’ANSA: “siamo più che mai determinati a continuare la nostra azione per dare alle persone sfollate dall’Ucraina un rifugio sicuro nelle nostre società europee”. Infatti, già diciotto Stati membri hanno modificato i programmi del Fondo sociale europeo per il 2014 e impegnano risorse del Fondo sociale o altri fondi per finanziare l’assistenza ai rifugiati ucraini. Il Fondo sociale europeo, in linea teorica riservato esclusivamente ai Paesi europei e in particolare alle aree più depresse, come ad esempio il Mezzogiorno d’Italia, promuove lo sviluppo dell’istruzione e della formazione e punta a migliorare la situazione dei soggetti più vulnerabili.

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