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Dal “taglia poltrone” al “salva poltrone” è un attimo: chi guida la fronda degli incollati

Pubblicato il 19/12/2019 15:10

Il Parlamento italiano si conferma un posto magnifico, così bello che gli stessi che avevano votato per tagliare il numero dei parlamentari, ora stanno facendo in modo di bloccare il taglio e mantenere il posto. Ma mica per cattiveria eh, non sia mai! È perché la si sta troppo bene, e quelle poltrone sono comodissime. Dal “taglia poltrone” al “salva poltrone” è un attimo. E chi poteva guidare la rivoluzione al contrario? Ovviamente Forza Italia. Tra le 64 firme necessarie per chiedere un referendum confermativo e bloccare la riforma che taglia i posti da parlamentare, ben 41 sono di esponenti di Forza Italia. Sette i senatori che hanno firmato e appartengono al Pd, tre sono dei 5 stelle, due di Italia Viva e due della Lega.

Nove gli esponenti del gruppo Misto che chiedono il referendum sul taglia poltrone: sei sono ex 5 stelle, due fanno parte del Movimento italiani all’Estero (c’è anche un componente del governo, il sottosegretario della Farnesina Ricardo Antonio Merlo). Hanno firmato per chiedere il referendum anche Emma Bonino e il senatore a vita Carlo Rubbia. La prima aveva votato contro la riforma, il secondo era assente. Oggi Il Fatto Quotidiano ha pubblicato la lista completa dei firmatari.

Italia Viva: Laura Garavini e Riccardo Nencini; Lega: Francesco Urraro e Ugo Grassi; M5s (sic!): Mario Michele Giarrusso, Luigi Di Marzio e Gianni Marilotti; Pd: Francesco Verducci, Tatjana Rojc, Francesco Giacobbe, Gianni Pittella, Roberto Rampi, Vincenzo D’Arienzo, Tommaso Nannicini. Forza Italia: Renato Schifani, Giancarlo Serafini, Andrea Cangini, Barbara Masini, Giacomo Caliendo, Rocco Moles, Andrea Causin, Anna Carmela Minuti, Raffaele Fantetti, Nazario Pagano, Paola Binetti, Laura Stabile, Massimo Mallegni, Salvatore Sciascia, Domenico De Siano, Luigi Cesaro, Antonio Saccone, Luigi Vitali, Sandra Lonardo, Alfredo Messina, Stefania Craxi, Roberto Berardi, Marco Perosino, Francesca Alderisi, Urania Papatheu, Antonio Barboni, Claudio Fazzone, Sandro Biasotti, Enrico Aimi, Francesco Giro, Fiammetta Modena, Lucio Malan, Maurizio Gasparri, Gilberto Pichetto, Adriano Paroli, Vincenzo Carbone, Franco Dal Mas, Maria Rizzotti, Antonio De Poli. Misto: Carlo Martelli, Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Saverio De Bonis e Maurizio Buccarella, Emma Bonino, Adriano Cario, Ricardo Merlo (Italiani all’estero), Carlo Rubbia (senatore a vita).

A inizio ottobre la Camera aveva votato quasi all’unanimità per ridurre i membri di Montecitorio (da 630 a 400 deputati) e Palazzo Madama (da 315 a 200 senatori): a favore si schierarono tutti nella maggioranza (M5s, Pd, Iv e Leu), ma pure Lega, Fi e Fdi. Quando la riforma è stata approvata in via definitiva era già nato il governo Conte 2 composto da Pd, Italia viva, Leu, M5s.

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