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Vaccini, “ecco come i social ci censurano”. L’accusa delle vittime di reazioni avverse contro Facebook e Youtube

Pubblicato il 09/01/2024 17:31 - Aggiornato il 09/01/2024 18:48

Nel fantastico mondo parallelo di Facebook, tra fact checkers cosiddetti indipendenti e non meglio precisati “standard della community”, è sempre più difficile far valere le proprie ragioni se queste collidono con la narrativa dominante, a cui i social contribuiscono in maniera neppure tanto velata. “Censura” ci pare il termine adatto e lamenta proprio di essere stato censurato un nutrito gruppo di utenti inglesi del principale social network, e lo stesso sarebbe accaduto su YouTube. Gruppi Facebook di vittime del vaccino contro il  Covid-19 bannati, pagine e video di protesta su YouTube censurati: “Non possiamo parlare delle reazioni avverse subite”, è l’allarme lanciato da Charlet Crichton, ripreso in Italia da Il Giornale d’Italia. Un gruppo privato di Facebook chiamato UK CV Family, che vanta oltre mille membri ed è composto da persone che sono state danneggiate o afflitte dalla perdita di cari a causa dei vaccini Covid, è stato creato nel novembre 2021 dalla stessa Charlet Crichton, che ha personalmente avuto una reazione avversa al vaccino AstraZeneca. Il gruppo è stato successivamente riconosciuto come partecipante principale nell’indagine Covid, consentendo ai suoi membri di fornire testimonianze. (Continua a leggere dopo la foto)
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I danni collaterali oscurati

Migliaia di persone che hanno subito importanti reazioni avverse dopo aver ricevuto il vaccino Covid Oxford-AstraZeneca affermano di essere state censurate mentre cercavano di parlare sui social media dei loro sintomi. Le persone all’interno del gruppo hanno affrontato restrizioni su Facebook, inclusi ban temporanei e limitazioni sulla loro attività quando condividono articoli legati ai vaccini o utilizzano determinate parole chiave come “booster” e “vaccino”. Alcuni membri affermano anche di essere stati “shadow banned”, ovvero che i loro post sono nascosti agli altri sulla piattaforma. Tra questi, un uomo che, a seguito della vaccinazione, nella primavera del 2021, ha subito la formazione di un coagulo di sangue che ha causato una lesione cerebrale permanente, o ancora il vedovo di una donna morta a causa dell’iniezione. La stessa creatrice del gruppo di Facebook, Charlet Crichton, che ha sviluppato miocardite e aritmie cardiache dopo due dosi del vaccino AstraZeneca, denuncia che è estremamente difficile per le vittime discutere dei loro sintomi e trovare un supporto tra pari. Costretta a rimanere a letto per settimane, da allora ha dovuto rinunciare alla sua attività di terapia sportiva che ha gestito per 13 anni. In un’occasione Charlet Critchon ha affermato che il suo account è stato bannato, perché per Meta non soddisfaceva i già richiamati “standard”. Si è giunti, dunque, al punto di doversi autocensurare, dato che “Meta banna gli account delle vittime a reazioni avverse”. (Continua a leggere dopo la foto)
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La censura di YouTube

In un’altra occasione, anche YouTube ha cercato di censurare video di avvocati che testimoniano riguardo alle lesioni legate ai vaccini. La piattaforma ha segnalato i video come violazione della sua “politica di disinformazione medica”, una motivazione davvero risibile, ma successivamente ha permesso la loro pubblicazione, ammettendo di aver commesso errori nella rimozione dei contenuti. Pure il video di Stephen Bowie, un membro dello Scottish Vaccine Injury Group che ha subito un ictus spinale e coaguli di sangue in seguito al vaccino, è stato contrassegnato con un avvertimento simile. Evidentemente le prove delle reazioni avverse testimoniate da migliaia di persone vanno, dunque, oscurate. Una situazione orwelliana nelle parole di Molly Kingsley, co-fondatrice di Us4Them.

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