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“Ecco i veri numeri”. Quanti bar, ristoranti e discoteche hanno chiuso grazie a Conte, Speranza e Draghi

Pubblicato il 20/02/2023 13:59
quante attività chiuse pandemia

Grazie alla politica di gestione della pandemia di Covid messa in atto dal triumvirato Conte-Speranza-Draghi, ora leggiamo i dati aggiornati sulla chiusura delle attività in Italia. Dalla prima ondata iniziata a febbraio 2020, con le chiusure, i lockdown, i Green pass, le restrizioni, gli obblighi… Alla crisi russo-ucraina, lo stop al gas russo, il costo energetico e le bollette alle stelle. Quante attività sono state chiuse? Il risultato è che i più deboli non hanno retto a questi shock. E così, solo negli ultimi 12 mesi, secondo i dati di Infocamere-Movimprese – ripresi dal Sole 24 Ore – emerge che sono scomparse ben 4.800 attività. Nel dettaglio: 4.339 bar, 70 ristoranti, 259 alberghi e 119 sale da ballo. Dietro questi dati sul trend delle imprese registrate tra il 2019 e il 2022 – che rappresentano solo un primo bilancio dell’impatto delle politiche adottate dai governi pandemici e guerrafondai – ci sono le storie di persone, famiglie, attività storiche. (Continua a leggere dopo la foto)
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Rispetto a prima della pandemia, prendendo a riferimento il 2019, stando al registro delle imprese sono state chiuse migliaia di attività. Parliamo di 11.214 bar, 849 hotel, 233 discoteche. “La pandemia ha lasciato una serie di tossine nel corpo delle imprese: in primis l’indebitamento, poi la mancanza di flusso di cassa”, spiega il vicepresidente e direttore del centro studi di Fipe Luciano Sbraga. Oggi la gestione di un’attività di questo tipo è quasi impossibile, grazie alle scelte fatte dall’Europa e avallate dall’Italia sulle sanzioni alla Russia. Nel corso del 2022 il costo dell’energia è aumentato del 200%, ne deriva che chi pagava 15mila euro ha dovuto saldarne 45mila. Quante altre chiuderanno da qui alla fine dell’anno? (Continua a leggere dopo la foto)

Non è solo un problema di ora legato ai costi e ai consumi che non sono ancora tornati ai livelli di prima del Covid, ma soprattutto delle politiche messe in atto durante la pandemia, compreso l’enorme bluff dei ristori su cui molte attività avevano davvero sperato, salvo poi rendersi conto che erano solo chiacchiere. E a preoccupare ora non sono solo le chiusure, ma anche le mancate aperture. Segno che il Paese è al palo. Quante sono le nuove iscrizioni a fronte delle chiusure? Le iscrizioni di nuovi bar nel 2022 sono state appena 3.810 contro le 5.675 del 2019. Lo stesso vale per i ristoranti (nel 2022 si sono registrate 5.463 imprese, contro le 7.123 del 2019). E poi c’è il dramma di chi gestiva discoteche, club e sale da ballo. (Continua a leggere dopo la foto)

Indietro ci sono le macerie economiche e sociali. Davanti?

Per quanto riguarda le discoteche, le iscrizioni si sono quasi dimezzate rispetto al pre Covid (42 contro 25). E che dire degli hotel? Quando il governo ha deciso di ammazzare il turismo si è creato il panico. Spiega Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi: “La pandemia ha colpito duramente il settore e sicuramente, nonostante la ripresa del turismo, qualche realtà ha chiuso. Ora bisogna lavorare per migliorare la qualità dell’offerta”. Intanto, però, a guardarsi indietro vediamo solo macerie, umane ed economiche. E quello che dà più fastidio è che malgrado le evidenze scientifiche è ancora tutto giustificato e nessuno pagherà per questo danno fatto all’Italia. Quante attività chiuse, quante famiglie alla fame.

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