
La notizia non è tanto sul fatto che il presidente russo Vladimir Putin ha revocato, di fronte ai “profondi cambiamenti nelle relazioni internazionali”, il decreto sulle linee di politica estera risalente al 2012, ma quali sono le conseguenze di questo gesto, soprattutto in merito alla Moldavia. Questo perché il suddetto decreto metteva tra gli obiettivi la cooperazione con l’Unione Europea per la creazione di “un unico spazio economico e umano dall’Atlantico all’Oceano Pacifico” e lo sviluppo delle “relazioni con la Nato”. Tra gli obiettivi indicati, per, vi era anche la “soluzione del problema della Transnistria basato sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale” della Moldavia, anch’essa revocata con il decreto. Quello che quindi ora sospettano gli osservatori internazionali è che questo possa essere il preludio per un’invasione della Moldavia esattamente sul modello ucraino con l’operazione Donbas. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il 7 maggio del 2012 la Russia di Putin varò il decreto 605 con il quale si riconosceva la neutralità della Moldavia al fine di evitare un conflitto nella così detta Transnistria, non riconosciuta dalla comunità internazionale come Stato e quindi di pertinenza della Russia. Ora sembra che con l’abolizione del decreto 605 la Russia possa spadroneggiare laddove, in qualsiasi Stato, sia stato applicato. Secondo Nona Mikhelidze, senior fellow dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), “la situazione è più grave di quello che sembra”, e la mossa di Putin non riguarda soltanto la Moldavia, ma anche la Bielorussia. Il rischio dell’invasione di un altro Stato è dunque ora molto alto. (Continua a leggere dopo la foto)

Il rapporto Russia-Moldavia e la Transnistria
La Russia non ha mai riconosciuto l’indipendenza della Transnistria, una fascia di territorio lungo il confine con l’Ucraina. Il Cremlino ha sempre previsto il reintegro della regione nella Moldavia, uno status speciale per la repubblica separatista e il mantenimento della presenza militare russa nel Paese. Una soluzione ovviamente rifiutata da Chisinau. Ma l’economia moldava dipende da Mosca. Dalla Russia arriva la maggior parte delle rimesse e il Paese ha un ruolo centrale nella fornitura di energia elettrica e di gas. E così, ora il rischio dell’invasione della Moldavia è molto alto.
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