Come è morto davvero Andrea Purgatori? Una domanda che la testata Domani si è posta nelle ore successive al giornalista, ricordato da tantissimi colleghi con affetto e commozione in queste ore. Sostenendo che dietro quella “breve e fulminante” malattia della quale hanno parlato tante testate si nasconderebbe, in realtà, altro. Un vero e proprio “intrico medico-legale” sul quale starebbe indagando, secondo il quotidiano, anche la procura di Roma, che avrebbe già aperto un fascicolo per omicidio colposo disponendo l’autopsia sul corpo: un giallo basato su esami e diagnosi discordanti firmati da alcuni medici nel tentativo, purtroppo vano, di assistere Purgatori. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come riportato da Domani, il giorno stesso della morte del giornalista i parenti “hanno presentato un’articolata denuncia ai carabinieri del Nas per omicidio colposo”. Esposto finito sul tavolo del pm di turno, Giorgio Orano, coordinato dall’aggiunto Sergio Colaiocco, a capo del dipartimento che si occupa di reati causati da responsabilità professionale. Il giallo sarebbe iniziato il 24 aprile 2023 quando Purgatori, spossato da giorni, aveva effettuato presso la clinica privata Villa Margherita: dei parametri fuori posto avevano suggerito ulteriori approfondimenti. (Continua a leggere dopo la foto)
Secondo Domani, Purgatori si sarebbe così recato alla Casa di Cura Pio XI, sull’Aurelia, dove il professor Gianfranco Gualdi gli avrebbe formulato la diagnosi di tumore al polmone con metastasi già molto diffuse. Purgatori sarebbe stato così dirottato in una terza clinica per iniziare immediatamente cicli di radioterapia ad altissimo drenaggio: il giornalista avrebbe inizialmente bene alla terapia, con “notevole riduzione delle metastasi” riscontrata dai medici, poi le condizioni sarebbero precipitate di colpo, tanto da portare a un nuovo ricovero a Villa Margherita. (Continua a leggere dopo la foto)
Una seconda tac, a quel punto, avrebbe sconvolto tutti: “I medici riscontrano solo alcune ischemie cerebrali – ha scritto Domani – ma non trovano traccia di alcuna metastasi al cervello. Per il medico questa diagnosi, clamorosamente diversa da quella che ha portato alla scelta della terapia, spiega pienamente il quadro clinico Purgatori“. Due giorni dopo, una risonanza magnetica al cervello avrebbe confermato l’assenza di metastasi, forse mai esistite. I parenti di Purgatori, nel frattempo venuto a mancare, hanno così deciso di andare fino in fondo per scoprire la verità. E capire se la giornalista poteva essere davvero evitata.