
Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft, presentandosi in Aula lunedì e testimoniando che il potere di Google nella ricerca online era così onnipresente che anche la sua azienda ha avuto difficoltà a competere su Internet, è diventato il testimone di più alto profilo del governo nel suo storico processo antitrust contro il colosso della ricerca. In più di tre ore e mezza di audizione davanti alla corte federale di Washington, Nadella è stato spesso diretto e talvolta combattivo mentre spiegava come Microsoft non potesse superare l’uso da parte di Google di accordi multimiliardari come motore di ricerca predefinito su smartphone e browser. Internet è davvero il “web di Google”, ha detto Nadella, aggiungendo che Google potrebbe ora sfruttare il suo vantaggio e la sua portata per costruire strumenti in grado di dominare il settore emergente dell’intelligenza artificiale. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiega un approfondito articolo del New York Times su questa guerra tra giganti del web, l’immagine dell’amministratore delegato di uno dei principali rivali tecnologici – Microsoft è una delle più grandi società pubbliche del mondo, valutata 2,4 trilioni di dollari – che afferma che non potrebbe facilmente combattere Google è stata sorprendente. In questa testimonianza Nadella ha sottolineato quanto Google sia diventato radicato nella ricerca online mentre il governo cerca di dimostrare che la società ha infranto le leggi sul monopolio stipulando accordi anticoncorrenziali per schiacciare i rivali. L’apparizione di Nadella sul banco dei testimoni nel processo contro Google, che è il primo processo di monopolio dell’era moderna di Internet, è stato anche un segno che l’aspra rivalità tra Microsoft e Google continua senza ostacoli. (Continua a leggere dopo la foto)
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Processo a Google: la testimonianza di Nadella (Microsoft)
Ora le aziende sono infatti impegnate in una lotta sempre più intensa per l‘intelligenza artificiale. Le autorità di regolamentazione di tutto il mondo hanno lavorato per frenare il potere e la portata di Google, Apple, Amazon e Meta, che possiede Facebook, Instagram e WhatsApp. La settimana scorsa, la Federal Trade Commission ha citato in giudizio Amazon, sostenendo che ha violato le leggi antitrust schiacciando i commercianti sul suo sito. La F.T.C. ha anche intentato una causa antitrust contro Meta, sostenendo di aver annientato i nascenti rivali, e il Dipartimento di Giustizia ha citato in giudizio Google in un secondo processo per il suo controllo sulla pubblicità online. Il processo di 10 settimane di Google viene ora visto come un referendum sulla capacità del governo di rallentare le più grandi aziende della Silicon Valley. (Continua a leggere dopo la foto)
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Al centro del caso del governo c’è la tesi secondo cui Google avrebbe illegalmente consolidato il suo monopolio nella ricerca online pagando per essere il motore di ricerca predefinito su browser come Safari di Apple e Firefox di Mozilla, nonché sulla schermata iniziale degli smartphone. Sebbene gran parte del processo abbia ruotato attorno al comportamento passato di Google, Nadella ha spostato parte dell’attenzione sul futuro e sull’intelligenza artififciale. Nadella ha detto di essere preoccupato che Google possa concludere accordi per utilizzare esclusivamente contenuti online per addestrare la sua intelligenza artificiale. “Ciò consentirebbe a Google di dominare anche la prossima generazione di ricerche online“.
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