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“Gliel’hanno fatta pagare!” Reintegrò una sanitaria non vaccinata ora arriva la “punizione”

Pubblicato il 08/06/2023 09:24 - Aggiornato il 16/08/2023 14:53

Il cortocircuito sociale, giudiziario, etico e civile che le folli norme dei governi pandemici di Conte e Draghi hanno innescato lascia ancora strascichi. E così, accade anche che una giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Firenze, la dottoressa Susanna Zanda, dovrà affrontare un procedimento disciplinare per aver fatto reintegrare una psicologa non vaccinata. La giudice aveva anche pesantemente criticato sul piano giuridico l’obbligo vaccinale. Secondo il Procuratore Generale della Cassazione dottor Luigi Salvato la giudice si sarebbe pronunciata a favore della psicologa sulla base di “sue personali convinzioni e valutazioni”, inoltre avrebbe messo a rischio i colleghi e il personale amministrativo presentandosi un giorno al lavoro, il 13 dicembre 2021, “priva di valida certificazione verde”. Il tristemente noto Green pass. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il documento di avvio del procedimento disciplinare contro la giudice Susanna Zanda è stato protocollato il 17 maggio. Lo stesso giorno il ministro della Giustizia Nordio, interpellato sulla vicenda dal senatore di ItaliaViva Ivan Scalfarotto, ha detto di ritenere che nella condotta tenuta dalla dottoressa Susanna Zanda “risultano individuabili comportamenti astrattamente suscettibili di rilievo disciplinare, meritevoli di approfondimento”. E infatti, poche ore dopo (come sottolinea il portale Come Don Chisciotte evidenziando la “coincidenza temporale”), è partita l’azione disciplinare da parte del Procuratore Generale. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’assurdo procedimento disciplinare contro la giudice Zanda

Nel documento che notifica il procedimento disciplinare contro la giudice Susanna Zanda, la Procura Generale ribadisce che i vaccini anti-covid sono sicuri ed efficaci e che non sono sperimentali. Davvero. È incredibile: potevamo leggere una roba del genere un anno fa, ma non oggi, con tutti i nuovi studi e i nuovi dati che hanno definitivamente seppellito quell’esperimento di Big Pharma. Ma la giudice è “colpevole” anche di un’altra cosa: aver disatteso “le indicazioni provenienti da organi e istituzioni nazionali e internazionali preposti alla tutela della Salute (Ministero della Salute, AIFA e CTS)”. Quelle istituzione che, come dimostrato dalle inchieste di “Fuori dal coro”, hanno manipolato e nascosto tutti i dati. Solidarietà alla giudice.

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