x

x

Vai al contenuto

Perché l’alleanza Pd-5S rischia di diventare un trappola difficile da far digerire agli elettori

Pubblicato il 25/08/2019 13:27

Continua a tenere banco l’ipotesi di un governo giallorosso, con le forze di Pd e Cinque Stelle unite per dar vita a un esecutivo che porti a termine le riforme necessarie al Paese dopo lo strappo voluto da Salvini. Un costante rincorrersi, annusarsi, studiarsi quello tra i due partiti alla ricerca di un’intesa che renda il più digeribile possibile ai rispettivi elettorati l’idea di un fronte comune, fino a qualche mese fa quasi impossibile da ipotizzare.

Ma davvero quello tra Pd e Movimento è il miglior scenario possibile? Il fronte dem sta tendendo la mano in ogni modo. Cercando di imporre le sue condizioni, ma anche mostrandosi disponibile a cedere su molti fronti, a partire dalla nomina del futuro premier. Cercando di mostrare il suo lato migliore, quello lontano dalle precedenti esperienze di governo. Con Matteo Renzi che, per non rompere le uova nel paniere, ha già fatto un passo indietro, anticipando la sua assenza da un eventuale esecutivo con questa composizione.

Difficile però immaginare che il mondo Pd sia cambiato così radicalmente nel giro di solo un anno. Il successo dell’esperienza gialloverde era legato alla particolarità dei due protagonisti, due partiti che l’elettorato percepiva come vicini a sé, “popolari”. L’esatto opposto della squadra capitanata da Zingaretti, inevitabilmente associabile all’establishment. L’incontro tra il Movimento e i dem, allora, sarebbe difficile da spiegare a chi in passato ha appoggiato i Cinque Stelle anche come elemento di rottura rispetto a una cattiva politica della quale si augurava una rapida estinzione.

Alternative? L’unica altra forza politica con la quale è possibile un’intesa resta la Lega di Salvini. Uno strappo da ricucire, eventualmente, mettendo però ben in chiaro le cose. Fotografando l’atto di aggressione da parte del leader del Carroccio nei confronti del Movimento, che pesa e dovrà pesare. Un dialogo difficile ma non impossibile, sulla base di un programma condiviso già delineato. Meno pericoloso, in ogni caso, di un tuffo tra le braccia di Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e compagnia.

Potrebbe interessarti anche: https://www.ilparagone.it/attualita/un-flop-chiamato-malpensa-boom-di-ritardi-in-aeroporto-dopo-il-bridge/