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Paragone scende in piazza al fianco dei commercianti: “Il Comune non ci ha nemmeno risposto”

Pubblicato il 18/05/2020 13:22 - Aggiornato il 18/05/2020 14:01

Il senatore Gianluigi Paragone era stato profetico: “Vi avevo avvertito che questa protesta sarebbe partita in modo pacifico, ma che senza risposte da parte delle Istituzioni sarebbe potuto scoppiare il caos”. E così è stato. A Milano, infatti, sotto Palazzo Marino è scoppiata la protesta, perché le promesse non sono state mantenute: né il sindaco né l’assessore hanno voluto ricevuto gli ambulanti. Il senatore Paragone è stato in piazza insieme ai commercianti e agli ambulanti delusi e arrabbiati, che non hanno ricevuto né risposte, né aiuti. “Ci ritroviamo di fronte alla solita arroganza del potere. Il potere che non vuole ascoltare le persone”.

Spiega Paragone: “Anche a chi sta facendo lo sciopero della fame le istituzioni hanno dato risposta”. Nella protesta sotto il Comune di Milano, i venditori ambulanti chiedono: “Vogliamo la riapertura completa dei marcati”. Nei mercati è infatti ammessa, al momento, solo la vendita di generi alimentari. “Solo noi siamo rimasti vittime di quella che è una preclusione politica e non scientifica. Vogliamo tornare a lavorare”.

E intanto agli ambulanti è stata messa anche una Covid-tax per i vigilanti che dovrebbero controllare che le regole vengano rispettate durante la vendita. Ma le fiere sono diverse dai mercati. E il dato politico è che Sala non ha voluto ricevere i rappresentati di questa manifestazione.

Paragone, dalla piazza, spiega in diretta: “Io ve lo avevo detto che si finiva così, a forza di fare figli e figliastri…”. E i manifestanti alzano il corso contro il Comune: “Ladri, ladri, ladri!”. Le persone, i lavoratori sono disperati. Alessandro Musolino spiega: “I politici ricevono solo le famose associazioni riconosciute, ma qui c’è bisogno di risposte politiche subito. Non ci hanno mai degnato di una risposta. Ricordiamo che in Italia non esiste la legge sulla rappresentatività, la rappresentatività la fanno le persone, la fa la piazza”.

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