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Paragone: “M5S infetto. Di Maio? Vergognoso il suo nepotismo e poltronismo”

Pubblicato il 20/05/2020 16:06 - Aggiornato il 20/05/2020 16:10

Il senatorie Gianluigi Paragone interviene con lucidità sui principali temi politici, dal Mes al Recovery Fund passando per Bonafede e il Movimento 5 Stelle ormai allo sbando. In una succulenta intervista all’HuffingtonPost, il senatore parla del suo ex partito: “Mi arrivano notizie e sensazioni di forte delusione da parte della loro base, in parte anche nel gruppo. La politica è fatta di simboli. Di Matteo era simbolo di quella politica in particolare. Le tesi M5S sono sempre state deboli, fatte di sensazioni, emozioni e protesta. Avevano bisogno di figurine che addensassero protesta, come sono stato io per un periodo. Se proponi a Di Matteo un qualcosa di congruo al suo essere simbolo, e non sei in grado di sostenerla rimangiandotela, hai tradito lui e chi ti ha dato fiducia. Cosa poi abbia fatto cambiare idea a Bonafede nel giro di 48 ore, questo lui non lo ha mai spiegato. Il suo silenzio è lo stesso di Di Maio e di Conte, sono ormai dei bambini presi a sberle”.

Paragone si è candidato con il Movimento non più di due anni fa. Oggi sostiene: “È un altro mondo. Quando Descalzi era indagato la Taverna faceva un post al giorno per chiederne la testa, ora che è imputato lo hanno riconfermato. Bonafede ha addosso i macigni Di Matteo e del suo capo di gabinetto, ma è anche capo delegazione dei 5 stelle, e non ha detto nulla su nomine, perché loro partecipano al banchetto. Me li ricordo quando puntavano il dito contro Mastella, ma Di Maio è peggio, Mastella almeno faceva politica, questi stanno semplicemente piazzando tutti. È umiliante per chi ci credeva, assistere oggi al poltronismo e al nepotismo del clan Di Maio”.

Sul Mes, una delle sue battaglie più forti, spiega: “Conte ha bisogno di quei soldi. D’altronde quando chiedi un atto di amore alle banche si capisce bene qual è il tuo atteggiamento… I 5 stelle poi sono la più grande fake politica in corso d’opera. Non c’è più niente lì. Buona parte si ingoierà il Mes per tenersi il posto. Un pezzetto farà una battaglia simbolica e identitaria. Ma il grosso è tarato sulla linea poltronara. Di Battista sta provando a redimere il Movimento, ma non ce la può fare, il Movimento è infetto. Non ce la può fare perché quel sogno e quella voglia di cambiamento che ha mosso il 33% degli italiani è completamente andata a ramengo, su ogni cosa. Dalle nomine a Benetton, qualsiasi argomento caratterizzante si è polverizzato”.

Sull’Europa, Paragone è netto: “È inutile tentare di rianimare un soggetto che si chiama Unione europea, ma è un’Unione germanica. Se va bene è in folle ritardo, se va male è un tentativo inutile”. Battuta finale: “Non ci andrò. Andrò in tutte le piazze in cui si leverà una protesta sociale. Il politicamente corretto non mi è mai piaciuto. Non voterei mai Draghi, né l’unità nazionale. L’unico governo che avrà il mio voto sarà quello che proporrà l’uscita dall’Unione germanica”.

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