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Il dl Rilancio? 206 articoli e 98 decreti attuativi. Altro che velocità e semplificazione!

Pubblicato il 20/05/2020 12:13

Le parole d’ordine, tra le file del governo, continuano a essere sempre le stesse: semplicità, rapidità, efficienza. Aiutare il Paese a rialzare la testa il prima possibile e farlo a partire da norme che aiutino i cittadini e che non restino intrappolate tra le fitte maglie della burocrazia nostrana. Peccato però che all’atto pratico i buoni intenti restino tali e far loro seguito siano, piuttosto, soluzioni cervellotiche e inadatte a questi tempi durissimi. Pensare al solo decreto Rilancio, annunciato da Conte con la solita conferenza stampa glitterata: non solo le dimensioni sono imponenti, con la bellezza di 206 articoli, ma anche i decreti attuativi a cui rimanda, ben 98, sono uno sproposito per chi promette invece celerità nella distribuzione di aiuti per rialzare la testa.

Il dl Rilancio? 206 articoli e 98 decreti attuativi. Altro che velocità e semplificazione!

Considerando quanto l’esperienza ci ha insegnato in questi anni, ovvero che è l’attuazione delle riforme a essere faticosa più della loro stessa genesi, non ci sono certo le premesse per quel portentoso successo di cui parlano i giallorossi. Alcune delle misure attuative avranno, almeno sulla carta, tempi molto ristretti, dovendo essere pronte entro un mese dall’entrata in vigore del decreto legge. Ma come sì sa, tra il dire e il fare c’è spesso un oceano quando si parla delle decisioni prese dai nostri rappresentanti. Considerando che diversi decreti richiedono il concerto di più dicasteri, per gli uffici legislativi si preannuncia l’ennesima corsa dai tempi tutt’altro che scontati.

Il dl Rilancio? 206 articoli e 98 decreti attuativi. Altro che velocità e semplificazione!

Per consentire ai datori di lavoro di presentare la domanda di regolarizzazione dei lavoratori in nero, per esempio, servirà entro fine maggio un decreto del ministero dell’Interno di concerto con quelli dell’Economia, del Lavoro e dell’Agricoltura. Il sostegno alle start up innovative avrà invece bisogno di quattro decreti attuativi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, attesi entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge. Il piano di rafforzamento patrimoniale per le medie imprese, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, potrà invece partire soltanto quando saranno adottati due decreti ministeriali da parte del Tesoro.

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E ancora: lo stop a saldo e primo acconto dell’Irap è subordinato al fatto che il ministero delle Finanze ripartisca tra le Regioni le risorse necessarie per sopperire al mancato incasso. Il bonus vacanze, invece, è legato alla definizione delle modalità attuative da parte del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Anche soltanto a riassumerli così, viene il mal di testa. E pensare che a creare un simile labirinto burocratico è stato lo stesso governo che, a parole, continua a promettere semplificazioni e “velocità, velocità, velocità”.

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