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Paragone: “Governo bullo con i cittadini, ma zimbello con Big Pharma”

Pubblicato il 25/01/2021 18:00 - Aggiornato il 25/01/2021 19:58

di Gianluigi Paragone.

Ho passato settimane e settimane, in aula come in tv come sulle colonne di questo giornale, a dire che avremmo pagato presto la segretezza sui contratti di acquisto dei vaccini. Ponevo la questione circa lo sbilanciamento negoziale (sfacciatamente a favore delle multinazionali); così come ponevo la questione della efficacia dei vaccini circa le mutazioni del virus (ormai sotto gli occhi di tutti) e la relativa piena validità del vaccino stesso. Ponevo la questione dei danni da vaccino e a quale parte sarebbe spettato il compito di indennizzare tali danni. E, in ultimo, ponevo la più importante delle questioni: la trasparenza dei contratti a favore dei parlamenti, poiché non è ammissibile che ai rappresentanti del popolo sia negata la possibilità di accesso ad un negozio giuridico così d’attualità. 

Questi temi li ho posti all’attenzione del governo attraverso interrogazioni parlamentari puntualmente silenziate e snobbate dai giganti del pensiero e dell’azione che bivaccano nei palazzi del governo. Nessuna risposta. Solo spocchia.

Orbene, adesso ci ritroviamo con l’ennesima riprova dell’assoluta incapacità della ditta Conte/Arcuri/Speranza/Casalino: le multinazionali stanno facendo il loro comodo nella distribuzione delle fiali. Ma tu guarda… Non era così difficile prevederlo, del resto non capita tutti i giorni di avere a che fare con dei mammalucchi con i gradi del potere. Oggi Conte, Arcuri e Speranza fanno la voce grossa e la faccia dura minacciando azioni legali che – immagino io – chissà quanta paura stanno creando negli uffici legali delle multinazionali del farmaco. 

L’Italia, del resto, è il paese dove regnano governanti e governatori che da mesi si stanno facendo prendere per il naso, dalle mascherine (i 14 milioni dati dalla Regione Lazio a una società che produceva lampadine sono solo uno degli esempi) alle siringhe, dal gel igienizzato alle fiale. Senza contare la più colossale delle pagliacciate: i centri petalosi dove dovrebbero somministrare i vaccini e che, bando di gara alla mano sa tanto di pericolosa replica del film già visto coi banchi a rotelle. Io mi auguro che la Corte dei Conti ci metta la testa. 

Qui sappiamo che in nome dell’emergenza sanitaria stiamo regalando tanti soldi a furbetti e squali senza che il parlamento possa vedere e sindacare alcunché. La domanda andrebbe posta anche al Capo dello Stato: è mai possibile che il parlamento non sia coinvolto nel contrastare l’inosservanza degli impegni negoziali? Ed è mai possibile che abbiamo regalato manleve a tutti? Multe salate e legnate puniti e ai ristoratori e immunità per commissari e task force… 

Tenere fuori il parlamento significa non volere mostrare i contratti. “Ma i contratti li ha fatti la Commissione europea”, dicono. Bene, allora sia la Commissione europea a rendere trasparenti questi contratti, perché finora la Germania ha potuto fare di testa propria e si è portata a casa tutte le dosi che le servivano; noi invece dopo la sceneggiata tipo Grande Fratello dove entravano i camion con le celle frigorifere contenenti i vaccini, siamo rimasti al palo. Scatenando dichiarazioni tra le più strampalate. 

La verità è che abbiamo un governo zimbello, buono solo a fare il bullo con i cittadini resistenti e il palo al potere di Big Pharma; un governo che sta mandando alla malora l’economia reale senza aver messo in protezione i cittadini. A questo si aggiunga la complicità ipocrita, servile, del vippume de sinistra dall’archistar Stefano Boeri (quello delle primule per le vaccinazioni) al regista Tornatore, tutti cortigiani alla corte di Casalino, il grande fratello di Palazzo Chigi.