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“Il Papa venne a trovarci a casa”. Caso Orlandi, nuove rivelazioni del fratello: “Ecco cosa ci disse” (VIDEO)

Pubblicato il 21/04/2023 12:33

Che rapporto esisteva tra la famiglia di Emanuela Orlandi e papa Wojtyla? Un tema tornato di stretta attualità dopo le ultime rivelazioni su uno dei casi più discussi e misteriosi nella storia del nostro Paese. Con il Corriere della Sera che ha pubblicato alcuni scatti in cui è evidente la forte vicinanza del pontefice nei giorni terribili della scomparsa della giovane, nel 1983. Foto che mostrano Ercole, il messo pontificio, a colloquio con Wojtyla. E poi il Santo Padre che abbraccia e consola mamma Maria, frammenti di Pietro sorridente, al fianco delle sorelle, nonché immagini di gruppo: la famiglia al completo, i bambini della parrocchia. La signora Orlandi aveva parlato tante volte, in passato, del conforto ricevuto dal papa. Un tema del quale si è parlato anche nel corso dell’ultima puntata di Dimartedì, in onda su La7. (Continua a leggere dopo la foto)
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Durante la trasmissione, infatti, il conduttore Giovanni Floris ha chiesto a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela: “Lei ha mai creduto alla pista del terrorismo internazionale?”. “I primi anni era l’unica pista che seguivamo – ha risposto l’ospite – quando Giovanni Paolo II venne a casa nostra dopo la scomparsa, lui ci confermò che si trattava di un caso di terrorismo internazionale e che lui stava facendo il possibile per arrivare a una soluzione”. (Continua a leggere dopo la foto)

“In quegli anni – ha poi specificato Pietro Orlandi– quella era l’unica pista, non ce n’erano altre. Poi nel ’97 si è stabilito che non c’erano prove a sufficienza per avvalorarla. Io non ho mai scartato nessuna ipotesi”. Perché sarebbe stata scelta Emanuela? “Perché apparteneva a una famiglia vaticana, ed eravamo in pochissimi. Per i presunti rapitori poteva essere quello il movente”. (Continua a leggere dopo la foto)

Orlandi ha ricordato come ancora oggi ci siano guidici che restano convinti che quella del terrorismo sia la pista da seguire. Anche se, nonostante le tantissime indagini, una soluzione definitiva al caso non è ancora arrivata.

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