Essere di sinistra non significa andare in giro con l’eskimo, non più (specie d’estate), tuttavia ergersi a paladini degli ultimi implica anche una certa, necessaria coerenza. E dunque, se in Italia ha dato scandalo l’armocromista da 300 euro l’ora che dice a Elly Schlein come deve vestirsi, negli Stati Uniti colei che con la segretaria Pd ha una evidente affinità – giovane, radicale e impegnata – ovvero Alexandra Ocasio-Cortez, sta in queste ore spaccando la sinistra americana, l’ala più liberal del Partito Democratico, con le sue considerazioni sulle creme solari, come fosse una Chiara Ferragni qualsiasi: “Ti sei venduta all’industria”, è tra i commenti più frequenti che sta ricevendo. Il video, di cui ha parlato persino il New York Times, è reperibile sui profili social di AOC, come la chiamano negli Stati Uniti, ed è accompagnato da una didascalia che afferma: Le creme solari statunitensi sono molto indietro rispetto al resto del mondo e le nostre normative non rendono necessariamente i nostri filtri solari migliori o più sicuri, ma non deve essere per forza così! (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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US sunscreens are far behind the rest of the world and our regulations aren’t necessarily making our sunscreens better or safer — but it doesn’t have to be this way! pic.twitter.com/vaZXpZ2a7S
— Rep. Alexandria Ocasio-Cortez (@RepAOC) August 11, 2023
Il “problema” delle creme solari made in USA
Un tempo non lontano, era solo il 2018, quando venne eletta ad appena 28 anni risultando la deputata più giovane nel Congresso statunitense, Ocasio-Cortez sdoganava il termine “Socialismo”, una bestemmia in Nord America, e rivendicava le proprie origini portoricane e il suo essere partita dal basso, avendo lavorato anche come cameriera. Oggi ha una priorità: ribaltare la situazione per cui i consumatori americani hanno dovuto guardare all’estero per le ultime innovazioni in fatto di protezione solare. Ma c’è un vero contenuto politico in questa istanza? La Ocasio-Cortez l’ha trovato e lo spiega nel video: “La Food and Drug Administration le considera farmaci, non prodotti estetici comportando più burocrazia e costi. E le linee guida non sono aggiornate dal 1999 bloccando inutilmente l’accesso in America a filtri Uv che si trovano facilmente altrove col risultato”. Ad ogni modo, la clip pubblicata l’11 agosto e di cui ancora si parla ha fatto il pieno di visualizzazioni sul suo account TikTok, dove conta 1 milione di followers, e su Twitter, dove la seguono in 13,3 milioni. La affiancava Charlotte Palermino, Ceo della compagnia di creme di bellezza Dieuxskin. Alexandra Ocasio-Cortez altresì afferma: “Sono stata in Corea del Sud e mi ha colpito quanto nel resto del mondo sia diffusa la cultura delle creme solari”. E ancora, ed è questo accorato appello che ha maggiormente indignato molti Dem americani: “Sollecitate il Congresso a fare di più: specialmente i membri della Commissione Energia che hanno giurisdizione sulla Fda. Chiedendogli di cambiare le regole”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le reazioni a sinistra
Peccato che i compagni di partito non l’abbiano presa bene. Lunedì la sezione dei Democratic Socialists of America di Rhode Island, a cui la stessa Ocasio-Cortez è iscritta, l’ha “amabilmente presa in giro, sostenendo che questo video fosse “un vero tributo alla classe operaia”. A commentare il tweet è infatti intervenuto il sindacato degli agricoltori: “La protezione solare è un problema della classe operaia”. Anche il Partito Marxista per l’Alternativa Socialista (esiste davvero, negli USA) ha commentato: “L’industria cosmetica è sessista, razzista, nemica della classe operaia. Chi è a suo agio con loro è un venduto”.
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