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“Ecco perché l’obbligo vaccinale era legittimo”. Le motivazioni della Consulta: da non credere

Pubblicato il 10/02/2023 12:42

Una decisione che aveva scatenato forti polemiche, quella della consulta di “assolvere” l’obbligo vaccinale voluto da Mario Draghi e Roberto Speranza ed entrato in vigore a seguito di un decreto adottato nell’aprile 2021. Presa in un momento in cui gli italiani avevano iniziato a protestare fortemente contro le imposizioni, stanchi di una situazione di perenne emergenza. E della quale sono state pubblicate nelle scorse ore le motivazioni, tutt’altro che convincenti. Come riepilogato dall’Ansa, nel caso di una psicologa no vax alla quale era stato vietato addirittura lo smart working è stata dichiarata soltanto l’inammissibilità per quanto riguarda la questione sulla legittimità costituzionale. Altri pronunciamenti, invece, sono stati decisamente più sorprendenti. Prendere, per esempio, quello che fa riferimento all’ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia o quello espresso sul ricorso del tribunale di Brescia. (Continua a leggere dopo la foto)
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I giudici hanno infatti preso esempio da altri Stati per arrivare alla considerazione che l’obbligo vaccinale non fosse sproporzionato né irragionevole, rispetto all’obiettivo di prevenire il diffondersi del Covid e salvaguardare il sistema sanitario italiano. Peccato che però, nel frattempo, iniziassero a emergere i primi dati molto chiari sull’inefficacia dei vaccini, nemmeno testato per evitare il contagio del paziente. (Continua a leggere dopo la foto)

Le toghe hanno invece preferito citare fonti Iss dalle quali emerge come il vaccino abbia una sua utilità nel “prevenire l’infezione”. E di fronte alle evidenze contrarie, hanno sottolineato come si debba andare “al di là della maggiore capacità della variante Omicron di eludere la protezione vaccinale”. E così gli autori delle due sentenze, Filippo Patroni Griffi e Stefano Petitti, sono riusciti a sostenere che l’inoculazione forzata avrebbe consentito il duplice scopo di “proteggere” le persone a rischio che entravano a contatto con i positivi ed evitare “l’interruzione di servizi essenziali”. (Continua a leggere dopo la foto)

I vaccini avrebbero dunque protetto i pazienti negli ospedali e il personale medico, evitando un collasso della sanità. E se è vero che inizialmente poco si conosceva circa la reale efficacia e sicurezza dei farmaci anti-Covid, è altrettanto vero che i primi dati in merito erano già evidenti quando l’obbligo è stato prorogato, il 31 ottobre 2022. I giudici si sono fatti bastare i monitoraggi dell’Aifa e ignorato anche le tante ricerche sui possibili effetti collaterali. E se nel frattempo tanti lavoratori sono rimasti senza stipendio, problemi loro. Perché nessuno si assumerà mai la responsabilità di ammettere gli errori dei governi passati.

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