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Nocivi per l’uomo! Nel Salernitano sequestrate centinaia di tonnellate di pomodoro egiziano

Pubblicato il 10/06/2021 10:30

Quale turista, sbarcando in Italia, non ha avuto il desiderio di provare il simbolico piatto italiano spaghetti al pomodoro? Probabilmente nessuno. In Italia, il pomodoro, è uno tra i prodotti più celebri. Nella lista ortofrutticola delle eccellenze di cui la penisola può vantarsi, il sito Dissapore elenca ben 14 varietà diverse. (Continua dopo la foto)

ll San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino Dop,  il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, il Pomodorino giallo del Cilento, il pomodoro di Pachino Igp, il rotondissimo Costoluto con cui si può realizzare un’ottima pappa al pomodoro, il Cuore di bue (tra i più famosi ci sono il bovaiolo toscano, il pomodoro di Albenga), la Regina di Torre Canne, il Canestrino di Lucca, il Giallorosso di Crispiano, il Fiaschetto di Torre Guaceto, il Pomodoro di Belmonte, Camone di Sardegna, il Pomodorino verneteca sannita, il Pomodorino di Manduria… Insomma, la lista è lunga e le eccellenze sono davvero tante, persino noi italiani potremmo avere qualche difficoltà nel riconoscerli.

Una notizia recente di cronaca, riferita dal Corriere del Mezzogiorno, racconta della denuncia rivolta a due fratelli titolari di un’azienda campana leader del settore del conserviero. 821 tonnellate di pomodori semilavorati, provenienti dall’Egitto, sono stati sequestrati nel Salernitano perchè contaminati da pesticidi. “Il livello dei composti chimici rilevati nel pomodoro era tale da far ritenere agli inquirenti concreto il rischio di nocività per la salute umana”, riferisce il quotidiano.

La merce aveva un valore di un milione di euro. Conservati all’interno di fusti metallici, ognuno con 250 kg di capienza, i pomodori egiziani erano in attesa di essere lavorati e confezionati in barattoli e tubetti di diversi formati, come doppio o triplo concentrato. “I prodotti erano destinati prevalentemente al mercato estero, Germania e Maldive in particolare”. (Continua dopo la foto)

Nonostante l’ingente quantità di merce sequestrata, “si tratta solo di quel che resta di una partita molto più grossa: è stato accertato, infatti, che già alcune centinaia di tonnellate sono state commercializzate in paesi dell’Unione Europea ed extra comunitari”.

Proseguono così le indagini nell’ambito dell’inchiesta “Scarlatto” che vede coinvolti l’Arma Territoriale e Forestale della Campania e il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare.