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L’uomo che giudicherà i soldi Ue all’Italia è quello che avevamo tolto da Consob. E Conte sta zitto

Pubblicato il 29/05/2020 11:08

Conte, il governo e una larga fetta di quelli che hanno abboccato all’europresa per i fondelli sui fondi per l’Italia stanno ancora esultando. Ma i 172 miliardi del Recovery Fund promessi dall’Europa e destinati al nostro Paese non sono certo un regalo. Il governo Italiano non riceverà domani un bonifico da Bruxelles con 172 miliardi dentro. Questo molti non lo hanno capito, altri fanno finta di non saperlo. Qualcuno, però, dovrà pur dirlo. Per ottenere questi soldi, infatti, bisognerà seguire un preciso percorso a ostacoli. Lo spiega molto bene Marco Bresolin su La Stampa: “Il governo dovrà presentare un dettagliato piano quadriennale in cui elencare tutte le riforme e gli investimenti che intende realizzare con i finanziamenti Ue. Il programma dovrà andare incontro alle raccomandazioni del Semestre europeo ed essere autorizzato dalla Commissione. Dopodiché, entro il 30 aprile di ogni anno, andrà aggiornato. L’esborso dei fondi avverrà a rate e sarà subordinato ai reali progressi nell’esecuzione delle riforme”.

Questo tanto per iniziare e chiarire alcuni punti. Inoltre, “nel piano bisognerà concordare un crono-programma con obiettivi precisi, sul quale ci sarà una sorta di monitoraggio”. Valdis Dombrovskis avverte subito l’Italia: “Se gli obiettivi non verranno centrati, la rata non verrà pagata”. Poi c’è un altro aspetto assai interessante da sottolineare e da ricordare soprattutto ai grillini. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha istituito una nuova direzione generale che si occuperà proprio delle riforme strutturali. Da chi sarà guidata? Guarda un po’, da Mario Nava, lo ricordate? È l’ex presidente della Consob che aveva lasciato l’incarico nel 2018 in seguito alle “divergenze” con il primo governo Conte, in particolare con il M5S. Facciamo dunque un passo indietro.

Siamo nel 2018, Nava si dimette da presidente della Consob dopo le pressioni dell’allora governo Conte I. “Finalmente arriva la presa d’atto da parte del presidente della Consob circa la sua incompatibilità tra il distacco dagli uffici tecnici della Commissione europea e la guida di una Autorithy nazionale come la Consob”, commentava l’allora vicepremier e capo del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, il quale poi si complimentava con chi “nel Movimento non ha mai mollato su questa battaglia”. Eh sì, era proprio una battaglia di primo piano per i grillini. E ora? Cosa diranno? Tra loro, la più agguerrita era stata la pasionaria Carla Ruocco, che su Twitter esultava: “Il Presidente illegittimo di Consob Mario Nava ha rassegnato le dimissioni dopo 2 mesi intensi in cui abbiamo portato il suo caso in commissione Finanze e su tutti i giornali”, scriveva la portavoce alla Camera del M5S.

E infine chiosava parlando di un “lavoro di pulizia” che “permetterà di garantire ai risparmiatori un efficace ed imparziale controllo del sistema finanziario nazionale”. Cosa dice oggi Carla Ruocco su questa nomina di Nava? Cosa dice Di Maio? Già, perché dipenderà in gran pare da Nava l’arrivo dei fondi europei all’Italia. Come è piccolo il mondo, com’è misera la politica nostrana. In ogni caso, i soli europei non arriveranno prima del 2021. E qui c’è chi sta ancora aspettando la cassa integrazione di marzo. Inoltre, per consentire alla Commissione di emettere obbligazioni sui mercati – ricorda ancora Bresolin – è necessario che tutti i parlamenti nazionali ratifichino il Recovery Fund. E il tempo stringe.

“Ipotizzando un accordo in Consiglio a luglio (scenario realistico, ma ottimistico) e un voto al Parlamento europeo a settembre (l’Eurocamera ha già fatto sapere che non firmerà assegni in bianco, ma vorrà dire la sua), ci saranno solo tre mesi di tempo per organizzare il voto in tutti i parlamenti nazionali (in alcuni casi anche regionali). Partire a gennaio con l’emissione di bond comunitari sarebbe dunque un miracolo”. Ma basta chiedere ai cittadini veri, ai lavoratori, ai licenziati, ai commercianti, per rendersi conto che l’Italia – in attesa di veder arrivare i fantamiliardi europei – ha bisogno di liquidità oggi, non tra 9 mesi. E intanto il Movimento 5 Stelle dovrà tendere la mano a Nava e magari chiedergli anche scusa…

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