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Moschea di Milano, va in scena la vergogna. Ecco cosa riprendono telecamere nascoste di Fuori dal Coro (VIDEO)

Pubblicato il 13/10/2023 16:57 - Aggiornato il 13/10/2023 17:02

Nessuno, se è in buona fede, può negare che abbiamo un problema con l’Islam: un problema di incompatibilità con i valori propri delle democrazie occidentali, se pur con tutti i loro limiti e le vistose criticità. Il grande politologo Giovanni Sartori una volta scrisse: “Dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in cui l’integrazione di islamici all’interno di società non-islamiche sia riuscita”. Una lucida analisi che non possiamo censurare in nome del politicamente corretto. In tutta la sua storia, per l’Islam i non islamici sono stati considerati infedeli da convertire, con la spada. Senza scomodare Otranto 1480 o Lepanto 1571, pensiamo che ora gli immigrati musulmani vorrebbero introdurre la sharìa in Italia, oppure pensiamo al fatto che in larga parte essi esultino alla barbara carneficina operata da Hamas. Ebbene, forse, qualcuno – più a sinistra che a destra – potrà ricredersi. Forse. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Le risposte raccolte in moschea

L’esultanza di cui parliamo non ce la stiamo inventando noi e neppure stiamo parlando delle manifestazioni anti-israeliane e di supporto ai terroristi di Hamas, che si stanno svolgendo un po’ dappertutto, e nemmeno delle recenti rivolte nelle banlieue francesi (ad opera di seconde e terze generazioni che evidentemente non si sono integrate, come dicevamo) o, ancora, dell’accoltellamento di oggi a un professore francese al grido “Allahu akbar”, e che fa temere per la caccia all’ebreo. Invece, ci concentreremo su ciò che è stato registrato da una telecamera nascosta dentro una delle più grandi moschee milanesi in cui si è introdotto Andrea Ruberto, giornalista di Fuori dal Coro. La predicazione degli imam, notoriamente, avviene in lingua araba ma le persone sollecitate dal giornalista di Fuori dal Coro hanno naturalmente risposto in italiano, restituendoci uno spaccato della loro ideologia e della loro interpretazione del Corano. E dunque: “Tu andresti a combattere per l’Islam?”, è la domanda, e la risposta, convinta, con tanto di pugno alzato, è stata testualmente: “Sì, fratello, io musulmano, fratello, Palestina, Palestina”. Poi, rivolgendosi ad alcuni dei fedeli islamici che erano lì per pregare, altre domande dello stesso tenore: “Hamas ha fatto bene ad attaccare?”. E uno tra costoro risponde: “Ma certo, sì. Loro sono arrivati a casa mia, hanno fatto casino a casa mia”. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’islam politico

Frattanto, sempre a Milano, in trecento hanno partecipato al presidio di piazza Foroni, come riporta Libero, organizzato da “Progetto Palestina”, sventolando un lungo drappo bianco, rosso, verde e nero: i colori della bandiera palestinese. Ora, nessuno nega le ragioni palestinesi stessi, ma nessuno dovrebbe esaltare, in un Paese civile, l’orrido e bestiale massacro ordito da quei terroristi mossi da una fanatica ideologia. L’Islam più radicale, anche detto Islam politico, purtroppo, si è pericolosamente sovrapposto alle fazioni più tolleranti, e le prima vittime sono proprio i fedeli musulmani che non siano accecati dall’odio. Sperando che ve ne siano ancora.

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