Un’apertura arrivata a sorpresa, quella fatta dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti sul Mes, il famigerato Meccanismo Europeo di Stabilità dietro il quale tanti economisti hanno da tempo fiutato aria di trappola e che la stessa Giorgia Meloni aveva in passato più volte respinto. L’esponente della Lega, invece, in Commissione ha detto di non vedere pericoli dietro lo strumento, ma soltanto opportunità. Una posizione che ha spiazzato un po’ tutti e sulla quale è intervenuto in queste ore il fondatore di Italexit Gianluigi Paragone, che si è detto “dispiaciuto per il fatto che Giorgetti sia intervenuto a neutralizzare le parole passate del premier Meloni. Anche perché il ministro viene dalla Lega, un partito che contro il Mes aveva fatto tante battaglie. Non so a questo punto se la sua posizione coincida con quelli del partito”. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Questa ratifica – ha aggiunto Paragone – se fosse approvata dal Parlamento sarebbe pericolosa. Ci diranno che ratificarlo non significa richiedervi l’accesso, ma non è vero: ratificarlo significa dare la possibilità, in futuro, di usarlo. E il Mes è uno strumento tossico, che va respinto. Tanti nel governo dicono: non mi piace questa Europa. A maggior ragione allora bisogna respingere il Mes”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Giorgetti ha detto che non vede pericoli nel Mes – ha insistito Paragone – questo vuol dire che non vede problemi nell’utilizzo. Oggi ci dicono che si limiteranno a ratificarlo, un domani lo useranno. Seguendo quindi un percorso già scritto dall’Ue, basato su prestiti che andranno restituiti e che saranno vincolati a determinati progetti. Sarebbe un gravissimo errore, dopo che il centodestra aveva criticato tanto il Mes quando era all’opposizione”. (Continua a leggere dopo la foto)
Un tema, quello dell’apertura al Mes di Giorgetti, che ha scosso l’intero centrodestra, in particolar modo Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni, come riportato da Repubblica, avrebbe subito sbottato: “Così salta tutto”. Ricordando alla Lega di aver dato in passato la propria parola agli italiani, criticando lo strumento messo a disposizione dall’Ue per i Paesi in difficoltà economica. Il rischio, insomma, è che prima ancora della ratifica vada in scena una resa dei conti nell’esecutivo, che potrebbe portare a conseguenze imprevedibili.
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