Dopo la morte di Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano sono emerse conferme da più parti su quello che è stato un golpe bello e buono ordito dall’Europa ai suoi danni nel 2011. Ne ha parlato l’allora premier francese Sarkozy, tirando in ballo anche la Merkel; ne ha parlato Gianfranco Fini, direttamente e indirettamente; ne ha parlato il subentrante, Mario Monti. La storia, però, come è noto si ripete. È ciclica. Soprattutto quando c’è di mezzo l’Europa, che continua ad avere sempre e solo un obiettivo: tutelare la Germania e la Francia sfavorendo l’Italia. Così, se nel Bel Paese le cose non vanno come Bruxelles, Berlino e Pargi vogliono, ecco qua che si mette in moto un meccanismo europeo che fa sì che il governo di Roma traballi, fino a farlo saltare. Con l’aiuto e la compiacenza della sinistra italiana e di alcuni apparati, si prepara intanto l’alternativa. Magari tecnica. Ed è proprio quello che stanno già organizzando a Bruxelles: un golpe contro Giorgia Meloni e il suo governo, in congiunzione con gli ingranaggi Ue e quelli della Bce. L’elemento in comune con il Berlusconi del 2011? Lo spread e una lettera di richiamo. Ma procediamo con ordine e riveliamo il retroscena che arriva dall’Europa. (Continua a leggere dopo la foto)
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Al momento viene tutto derubricato a rumors, ma la preoccupazione negli ambienti della maggioranza di Centrodestra e del governo è alta. Perché ci sono delle solide basi per credere che stia per arrivare una lettera ufficiale di richiamo da parte della Bce al nostro Paese. Christine Lagarde, dunque, scende in campo e prepara la strada al golpe contro Giorgia Meloni. Del resto, ci sono le elezioni europee alle porte, e la leader di destra rischia di stravincere anche in Ue. Una cosa intollerabile da quelle parti. In sostanza, la Bce intende bocciare l’impianto della Legge di Bilancio per il prossimo anno, che il Consiglio dei ministri si prepara a varare. Nel mirino di Christine Lagarde ci sarebbe soprattutto il deficit/Pil per il 2024, previsto dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni al 4,3%. Troppo alto per l’Eurotower di Francoforte. Un pretesto insomma. (Continua a leggere dopo la foto)
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La lettera della Bce al governo Meloni, tra golpe e spread
Avevamo rivelato alcuni giorni fa – grazie ad alcune fonti qualificate – come Lagarde avesse affermato che “l’Italia ha lo spread che si merita“. Un vergognoso attacco, intollerabile perché pronunciato dalla presidente della Bce. Questo dà conferma della volontà di scrivere quella lettera che tanto ricorda quella del 29 settembre 2011 che, di fatto, scatenò la tempesta che poi portò alle dimissioni di Silvio Berlusconi da presidente del Consiglio con l’arrivo del governo di Mario Monti. Come spiega Affari Italiani che lancia lo scoop, altro indizio della preoccupazione che trapela nel governo è la grande cautela del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che, praticamente ogni giorno, dichiara che la manovra sarà all’insegna della “prudenza” e della “responsabilità”. La lettere della Bce punta a far schizzare lo spread tra il Btp e il Bund tedesco addirittura fin verso 300 punti, mettendo così a rischio i conti pubblici e il governo Meloni.
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