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“L’Ue ha fallito ancora una volta”. L’analisi dell’esperto: “Tutti gli errori di Bruxelles in questi mesi”

Pubblicato il 16/10/2023 09:07

A.A.A. Unione Europea cercasi. Puntualissima quando c’è da imporre rigore economico e regole stringenti ai Paesi del Sud (Italia in primis), Bruxelles finisce per smaterializzarsi con disarmante puntualità ogni volta che è chiamata a prendere posizioni di peso sullo scacchiere internazionale. Eventi drammatici come il conflitto in Ucraina e quello, più recente, esploso in Palestina hanno confermato il doppio volto dell’Ue: attenta ai bilanci di Paesi membri, pronta a punirli duramente alla prima violazione degli accordi economici, inesistente sullo scacchiere politico internazionale. A sottolinearlo, in queste ore, è stato anche Federico Rampini attraverso le pagine del Corriere della Sera, chiedendosi come mai “l’autonomia strategica” dell’Europa sia diventata uno slogan retorico. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il prossimo test per l’Ue, secondo Rampini, arriverà nuovamente dall’Ucraina, visto che le risorse militari americane verranno in parte dirottate verso Israele e al Vecchio Continente saranno richiesti nuovi sforzi. Poi sarà la volta della campagna elettorale 2024 negli Stati Uniti: un eventuale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca comporterebbe un netto passo indietro degli Usa nell’impegno in favore di Kiev, come già annunciato dal magnate. (Continua a leggere dopo la foto)

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“L’Ue ha fallito”. L’analisi dell’esperto: “Tutti gli errori”

Per Rampini è proprio qui che l’Europa “se davvero volesse costruire un’ autonomia strategica, dovrebbe subentrare”. Al momento, l’Ue manca all’appello “su tre fronti: innanzitutto quello della volontà politica, coesione e leadership. Per costruire un’autonomia strategica bisogna avere una visione unica sul ruolo dell’Europa, sulla risposta da dare a Putin o a Xi Jinping, non 27 visioni nazionali. Bisogna avere un piano, portarlo avanti insieme, con una struttura di comando funzionante. Il secondo problema è industriale: perché l’autonomia strategica sia credibile deve poggiare su una forza militare seria, a sua volta rifornita da adeguate tecnologie e strutture produttive. (Continua a leggere dopo la foto)

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Terzo problema “è al tempo stesso di bilancio e di consenso popolare: difendersi costa. La maggioranza dei paesi europei – Germania e Italia in testa – sono ancora ben lungi dall’avvicinarsi a quell’obiettivo pur minimalista che è il 2% di Pil dedicato alla sicurezza. Le grandi promesse fatte all’inizio della guerra ucraina sono già state dimenticate, o platealmente disattese. Le opinioni pubbliche continuano ad essere adulate da demagoghi che promettono più assistenzialismo, mentre quasi nessun politico osa dire quanto bisognerebbe aumentare le spese per la difesa”.

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