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“La crescita italiana è stata soffocata dall’Europa. Oggi lo ammette anche Lagarde”

Pubblicato il 13/10/2020 10:50

Un modello che non funziona, quello europeo. Basato su parametri che si sono rivelati errati e che ha costretto alcuni Stati, l’Italia in primis, a vivere in una posizione subalterna rispetto a chi invece è stato fin da subito alla guida dell’Unione, castrati nelle proprie possibilità di sviluppo. Dalle pagine di questo giornale lo sosteniamo da tempo, di recente se n’è accorta persino chi di Bruxelles dovrebbe essere un totem, la presidente della Bce Christine Lagarde. Arrivata a disattivare le regole finanziarie appena capita la portata della pandemia. I vincoli di bilancio sono stati accantonati, però, soltanto momentaneamente, sospesi in attesa di essere riattivati. Eppure tanti esperti hanno invocato, al momento ancora invano, la loro abolizione.

"La crescita italiana è stata soffocata dall'Europa. Oggi lo ammette anche Lagarde"

Tra le ultime voci a levarsi, quella dell’economista dell’Istituto di Studi Economici Internazionali di Vienna Philipp Heimberger, che attraverso le pagine dell’Huffington Post ha evidenziato come la ripresa italiana sia stata compromessa da un modello econometrico disfunzionale: “Sebbene il tasso di disoccupazione fosse vicino al 10% e l’inflazione molto bassa prima dell’arrivo del coronavirus la Commissione non ha visto nessun sottoutilizzo delle risorse economiche in Italia. In termini tecnici, la Commissione ha affermato che non esiste un ‘output gap’, ovvero non c’è un sottoutilizzo di capacità produttiva, e quindi l’economia italiana sta producendo al massimo della sua potenzialità senza generare tensione sui prezzi. Peccato che l’output gap non è un parametro osservabile e la Commissione ha fornito stime che sono state fortemente contestate”.

"La crescita italiana è stata soffocata dall'Europa. Oggi lo ammette anche Lagarde"

Può sembrare semplicemente un dettaglio tecnico, in realtà è molto di più: “Le implicazioni politiche sono enormi. Se non vi è alcun output gap – ovvero nessuna sottoutilizzazione delle risorse economiche – si dice che l’intero deficit fiscale sia ‘strutturale’. E gli obiettivi di bilancio a medio termine nel quadro delle norme Ue si riferiscono a questo aspetto ‘strutturale’, cioè a saldi di bilancio basati su questo modello. Se non soddisfi gli obiettivi, devi mettere in atto misure aggiuntive di aggiustamento fiscale. Gran parte dei passati conflitti tra governo italiano e Commissione Ue sul rispetto o meno delle regole attenevano proprio alle stime relative all’output gap. Le autorità italiane hanno contestato la Commissione sostenendo che l’output gap era notevolmente più ampio. Di conseguenza ci sarebbe stato più spazio per politiche fiscali espansive e maggiore flessibilità”.

"La crescita italiana è stata soffocata dall'Europa. Oggi lo ammette anche Lagarde"

Le stime dei decisori di Bruxelles, basate su calcoli errati, hanno invece finito per innescare un circolo vizioso, con politiche fiscali restrittive che hanno aggravato i problemi italiani dal 2008 in poi: “Quando ci sono elevata disoccupazione e pressioni deflazionistiche non è un buon momento per tagliare la spesa pubblica e aumentare le tasse. In periodi avversi, il consolidamento fiscale porta a una crescita più bassa, a un aumento della disoccupazione e a gettiti fiscali inferiori. Si diceva che l’Italia doveva tagliare perché aveva un debito pubblico troppo grande, ma se l’economia non cresce un Paese non può uscire dallo stagno del debito. L’Italia non è stata così ‘dissoluta’ come spesso si sostiene. Oggi le politiche di bilancio sono sospese, a causa della pandemia. Ma se riattivate, metteranno una pressione enorme sugli aggiustamenti fiscali dell’Italia e degli altri Paesi. Contrastando con l’impulso positivo del Recovery Fund”.

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