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La burocrazia affonda anche le mascherine. Ritardi e complicazioni ostacolano gli approvvigionamenti

Pubblicato il 25/03/2020 20:02 - Aggiornato il 26/03/2020 12:40

Se siamo in casa e iniziano a tremare le pareti, non perdiamo tempo a scegliere il miglior vestito che abbiamo nell’armadio o ad allacciarci le scarpe. Sicuramente presteremmo attenzione a dove mettiamo i piedi, ma cercheremmo di essere il più veloci possibile per metterci in salvo. Una situazione di emergenza come quella del Coronavirus, richiede sicuramente tempestività e facilitazioni delle procedure necessarie per poterla affrontare. Non è quindi assurdo che, come è riportato da “Il Tempo”, ad un imprenditore che voleva donare 20 milioni di euro a una struttura sanitaria del Nord Italia sia stato risposto: ” Non soldi per favore. Altrimenti ci impieghiamo mesi a spenderli. Compra tu dei respiratori per la terapia intensiva e donaci quelli che così salviamo vite umane.”? E’ la burocrazia! E non sarà certamente il coronavirus a fermarla.

L’ultima beffa che ha danneggiato e danneggia il sistema di emergenza è sicuramente riscontrabile nell’ordinanza firmata da Domenico Arcuri. In tale ordinanza vengono messi a disposizione 50 milioni a tutte le imprese italiane che vogliono riadattare la propria attività per produrre mascherine o dispositivi medici come respiratori e macchine per l’analisi dei tamponi. Tutti strumenti FONDAMENTALI per salvare vite umane ed evitare il contagio del virus e di cui il Sistema sanitario e in generale la popolazione tutta sono privi.

Ma l’ordinanza, oltre ad essere stata emanata dopo ben 54 giorni dallo scoppio della crisi, 54 giorni da quando è stata dichiarata emergenza nazionale, si presenta in un linguaggio burocratico da far impazzire e la procedure da seguire richiedono mille condizioni. Come è possibile che, nonostante il governo abbia la piena consapevolezza dello stato di emergenza da parecchio tempo, si attivi solo ora su questo fronte? Come è possibile che la burocrazia renda complessa la possibilità di riuscire a gestire la situazione anche in questo contesto di emergenza e anche a chi i soldi per fronteggiarla li vuole semplicemente donare? Del resto, questa è quella stessa burocrazia che avevo promesso di sospendere il pagamento delle imposte di marzo ai cittadini italiani, ma che poi è arrivata talmente tardi che il 70% dei contribuenti ha finito per dover versare gli acconti. Il coronavirus non aveva bisogno di alleati. La burocrazia non si smentisce mai.