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Vietato criticare. In Italia il potere prova a uccidere il diritto al dissenso

Pubblicato il 04/06/2020 16:54 - Aggiornato il 05/06/2020 11:34

Il generale Pappalardo, Matteo Salvini, Gianluigi Paragone, i militanti del centrodestra, gli studiosi non allineati, i virologi che non vengono ammessi nei salotti tv… Indipendentemente da come la si pensi, vengono i brividi a pensare che in Italia sia in corso una sorta di “negazionismo”. E chiunque mostri un generico fastidio nei confronti del governo viene censurato, attaccato, ostracizzato. Adesso, come spiega Francesco Borgonovo su La Verità, per “negazionista” si intende chiunque neghi non soltanto l’esistenza, ma più in generale la pericolosità del Covid-19. Secondo la stampa di governo e tutta la macchina della comunicazione “ufficiale” la scomunica non riguarda soltanto i “gilet arancioni”, quelli del Web, ma anche i no-vax, i fuoriusciti dai 5 Stelle, i leghisti e tanti, tanti altri. Un gruppo veramente numeroso di persone, tutti messi sotto la lente d’ingrandimento.

Tolto quale svitato, quel che preoccupa è che nel calderone dei “cattivi” da sconfiggere e silenziare c’è pure chi osa semplicemente esprimere dubbi in merito alle politiche imposte dall’attuale esecutivo. Scrive Borgonovo: “Notare che Bill Gates ha più di un interesse nello sviluppo del vaccino anti Covid, ad esempio, è sufficiente per essere sospettati di ‘negazionismo’. Allo stesso modo, farsi venire un dubbio sull’effettiva necessità dell’utilizzo della mascherina in particolari circostanze conduce immediatamente sul patibolo”. Ma il problema è che una “verità ufficiale” non può darsi.

Lo dimostrano le divisioni profonde che attraversano la comunità scientifica, e che non riguardano soltanto l’utilizzo delle mascherine. Si legge ancora nell’analisi de La Verità: “Come ha notato saggiamente monsignor Massimo Carnisasea, vescovo di Reggio Emilia, gli scienziati, che in queste settimane hanno occupato la scena dei mass media in modo inversamente proporzionale alle certezze che avevano da comunicare, non sanno parlare adeguatamente del coronavirus. Non sanno come si svilupperà la pandemia nel prossimo futuro né quando essa potrà dirsi definitivamente superata. Ma soprattutto, gli scienziati sono assolutamente divisi tra di loro”. E allora come può, in questo clima di totale incertezza, esistere una “verità assoluta”?

Non può esserci. Motivo per cui deve essere lecito esprimere dubbi, indagare, farsi domande. “Persino – scrive giustamente Borgonovo – quando queste domande sono sgradevoli e riguardano il rispetto di norme stabilite – in modo arbitrario, in taluni casi – dall’attuale esecutivo e dai suoi esperti. Altrimenti, il rischio è che il Comitato tecnico scientifico diventi un Comitato di salute pubblica, e cominci a preparare il Terrore. Per altro, è fin troppo evidente, in questo frangente, l’uso politico della scienza. Bollando l’avversario politico di ‘negazionismo’ lo si scredita, lo si getta fuori dal consesso dei cittadini rispettabili. Sorge il sospetto che il ‘negazionismo’ sia soltanto l’ennesima scusa per scaricare sui cittadini responsabilità che non hanno”.

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