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Elezioni, nessuno dovrà raccogliere le firme tranne Italexit. Il Palazzo cerca di affossare l’unica opposizione

Pubblicato il 22/06/2022 11:12

Se qualcuno non avesse ancora capito qual è la sola e unica opposizione in Italia, ecco l’ultima “leggina” del Palazzo che arriva a darne conferma. L’unica opposizione è ItalExit, ed ecco perché stanno cercando in tutti i modi di affossarla. Ma non ci riusciranno, perché il partito è forte, cresce di giorno in giorno e rappresenta sempre più cittadini. Veniamo al dunque: cosa stanno combinando nelle segrete stanze in vista delle prossime elezioni? Come racconta Giacomo Salvini su Il Fatto Quotidiano, “i partiti minori non dovranno raccogliere le firme per presentarsi alle prossime elezioni politiche”, tutti, tranne uno. Indovinate quale? ItalExit. E perché? “Il regalino è spuntato nel decreto Elezioni – quello che in teoria doveva stabilire solo le regole del voto amministrativo e referendario del 12 e 13 giugno scorso – che sarà approvato tra oggi e domani alla Camera. Una manna dal cielo per i piccoli partiti (e i rispettivi leader) che nel 2023 cercheranno un posto al sole in Parlamento. La sanatoria riguarda i partiti che hanno costituito un gruppo in una delle due Camere fino al 31 dicembre 2021, ma in aula alla Camera sarà fatto un tentativo, con un emendamento di Coraggio Italia, per estendere l’esenzione a tutte le nuove forze che nasceranno da qui alla fine della legislatura”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il decreto doveva essere approvato ieri, ma le tensioni nella maggioranza con la scissione del M5S hanno fatto congelare tutto. Si ricorda che “il Rosatellum prevede che ogni partito debba raccogliere un numero di firme tra 1.500 e 2.000 per ogni collegio plurinominale per un totale di 73.500 per la Camera e 39.000 peri il Senato. La maggioranza però ha inserito e votato un emendamento all’articolo 6 del decreto, firmato da Riccardo Magi ed Enrico Costa (più Europa/Azione), secondo cui l’esonero dalla raccolta firme – che oggi vale solo per Pd, M5S, FI, Lega e FdI in quanto gruppi già costituiti all’inizio della legislatura in entrambe le Camere – si estende ‘anche ai partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021′”. Una norma che favorisce palesemente LeU, Italia Viva e Coraggio Italia. (Continua a leggere dopo la foto)

Lo stesso emendamento estende la deroga anche alle forze politiche “che abbiano presentato candidature con proprio contrassegno alle ultime elezioni della Camera dei deputati o alle ultime elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia in almeno due terzi delle circoscrizioni e abbiano ottenuto almeno un seggio assegnato in ragione proporzionale” (+Europa-Centro democratico), o che “abbiano concorso alla determinazione della cifra elettorale nazionale di coalizione avendo conseguito, sul piano nazionale, un numero di voti validi superiore per cento del totale” (Noi con l’Italia di Maurizio Lupi). Il risultato è che “al momento restano fuori dalla norma tutte quelle forze – come Alternativa c’è o Italexit che sono nate nel 2022 o non sono riuscite a formare un gruppo autonomo”. (Continua a leggere dopo la foto)

ItalExit denuncia questa ennesima porcata delle forze di maggioranza e, in quanto unica vera forza di opposizione al governo, promette barricate fuori e dentro il Parlamento. E fa sapere che anche se non dovesse spuntarla in Aula, comunque riuscirà a raccogliere le firme e a vincere. Intanto il deputato Maurizio D’Ettore (Coraggio Italia) ha presentato due emendamenti in aula per sopprimere l’unico paletto rimasto: la data del 31 dicembre 2021 come termine ultimo di formazione di un gruppo parlamentare per essere esentati dalla raccolta firme. Se i due emendamenti fossero approvati, tutti i partiti che nasceranno da qui al 2023 e formeranno un gruppo parlamentare in una delle due Camere non dovranno raccogliere le firme.

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