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“Inutili e dannose”: così il Garante per l’infanzia smonta la strategia del governo Draghi

Pubblicato il 30/05/2022 10:09

Le mascherine a scuola? Non sono più idonee, e anzi finiscono per gravare sulle spalle di ragazzi costretti a convivere già per mesi e mesi con il dramma della pandemia, costretti a guardarsi l’un l’altro con diffidenza, a mantenere le distanze dai compagni in classe, a seguire le lezioni a casa da soli. Una posizione che ha trovato d’accordo il Garante regionale dell’infanzia e dell’adoloscenza della Regione Abruzzo, Maria Concetta Falivene, che si è espresso in maniera molto chiara sulle decisioni del governo di prorogare l’obbligo tra i banchi.

Ai microfoni dell’Ansa, Falivene ha spiegato: “In un momento in cui la pandemia, dopo l’emergenza e le chiusure, è maggiormente sotto controllo e in un quadro di allentamento generale delle misure, l’obbligatorietà della mascherina a scuola appare inidonea perché va a vincolare la libertà di bambini e ragazzi che hanno sofferto molto negli ultimi due anni”.

Per la Garante “dobbiamo lavorare, sempre tenendo sotto controllo dati e contagi, a una vita e abitudini ordinarie, liberando bambini e ragazzi da quel pensiero di costrizione e non libertà che li ha portati ad essere timorosi e, addirittura, ad avere sensi di colpa rispetto a regole di prevenzione che in passato si giustificavano e oggi no. Ci sono casi in cui i ragazzi si sono sentiti responsabili di essere potenziali untori o untori. Dobbiamo lavorare per un futuro in cui le libertà individuali, sia fisiche sia di pensiero, siano ripristinate per far tornare a vivere i nostri giovani”.

Insieme ai Garanti per l’infanzia e l’adolescenza di altre Regioni, Falivene ha sottoscritto una nota inviata ai ministri dell’Istruzione e della Salute, nella quale si cita lo studio “Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi”: “I 90 professionisti interpellati per realizzare la ricerca hanno riferito di disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo e ritiro sociale, disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva, oltre a paura del contagio, stato di frustrazione e incertezza rispetto al futuro, generando insicurezza e casi di abbandono scolastico. Più in generale la pandemia ha provocato quella che i professionisti hanno definito un’emergenza della salute mentale”.

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