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“Umanità a rischio!” Cosa sta succedendo davvero in ChatGpt. Scoop della Reuters: cos’è il “Progetto Q*” (VIDEO)

Pubblicato il 23/11/2023 18:55 - Aggiornato il 24/11/2023 16:56

Aveva suscitato clamore, e anche una certa curiosità sulle reali motivazioni, il licenziamento di Sam Altman dalla sua controversa creatura, OpenAI, e il suo reintegro-lampo (dopo soli quattro giorni). Nel chiedersi cosa ci fosse dietro, probabilmente, in molti avranno ipotizzato scenari da incubo, memori del drammatico quadro delle potenzialità infinite, dunque anche negative, dell’intelligenza artificiale che lo stesso Altman aveva illustrato in audizione al senato USA, allorché disse: “L’Intelligenza artificiale va messa sotto controllo come le armi nucleari”. Ora, stando a quanto scrive la agenzia Reuters, rilanciata dalla stampa italiana e internazionale, tali foschi scenari non sembrano più materia da film distopico: la fantascienza si avvicina alla realtà, sempre di più. Alla base dell’allontanamento di Altman, lo scorso 17 novembre, vi sarebbe una clamorosa scoperta sull’Intelligenza artificiale di cui non sarebbero stati valutati gli effetti sull’umanità prima della commercializzazione. Un progetto chiamato “Q*” (si legge Q Star) che la Repubblica definisce come una nuova forma di Intelligenza artificiale “che un giorno potrà pensare e agire come un essere umano”. Inquietante.  (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Altman licenziato e reintegrato in 4 giorni

Dunque, ancora secondo la Reuters, prima del licenziamento del 38enne di Chicago da parte del Consiglio d’amministrazione della società, alcuni ricercatori dello staff avrebbero scritto ai vertici aziendali una lettera proprio per informarli del pericolo, e non un pericolo da poco: il Progetto Q* “potrebbe costituire un pericolo per l’umanità”, veniva paventato. Ecco il perché della sfiducia di almeno quattro membri del CdA di OpenAI: il direttore scientifico, Ilya Sutskever, la sostenitrice dell’Altruismo effettivo, Helen Toner, l’esperta in robotica Tasha McCauley e l’imprenditore Adam D’Angelo. A preoccupare i consiglieri di OpenAI sarebbe stata soprattutto la commercializzazione dei progressi, avvenuta prima di valutarne e comprenderne ogni possibile conseguenza. Cerchiamo di capire, da assoluti profani – almeno chi scrive –, cosa comporti il Progetto Q*. Occorre anzitutto precisare che il nuovo modello rientra nel campo dell’AGI, che a sua volta è l’evoluzione più importante dell’Intelligenza artificiale. L’acronimo AGI in inglese indica l’Intelligenza artificiale generativa, in grado di replicare le capacità umane: capace di scrivere (ChatGpt) e creare immagini (Dall-E) come farebbe un essere umano. Per intenderci, l’Agi è capace di creare immagini iperrealistiche del papa o di Donald Trump o di produrre video fittizi di celebrità varie, tanto perfetti da sembrare reali.  (Continua a leggere dopo la foto)
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intelligenza artificiale Progetto Q*

Cosa potrebbe fare “Q*”

Ebbene, questo era solo uno scherzo in confronto alle potenzialità di Q*. Alcuni ricercatori di OpenAI credono che Q* sia vicino alle capacità dell’AGI perché è stata in grado di risolvere taluni problemi matematici. Questa capacità di Q*, secondo i ricercatori di OpenAI, avvicinerebbe l’intelligenza artificiale alle capacità di ragionamento della mente umana. Infatti, se ChatGpt è capace di “scrivere” grazie a dei modelli statistici, commette degli errori in matematica, dove è ammessa una sola risposta esatta. Ecco perché la nuova capacità di risolvere problemi matematici allarma non poco. Se l’Intelligenza artificiale sarà, un giorno speriamo il più lontano possibile, capace di pensare e agire come l’uomo, proprio per la sua capacità di ragionamento e adattamento potrebbe persino arrivare prendere decisioni autonome. Come dicevamo, si rasenta la fantascienza, e forse siamo pure oltre. La rivolta delle macchine fa da sfondo a diverse pellicole distopiche e catastrofiste, ora appare come una delle ipotesi in campo. (Continua a leggere dopo la foto)

intelligenza artificiale Progetto Q*

I rischi (enormi)

Lo scorso 6 novembre, in occasione del DevDay, Sam Altman ha chiuso la giornata dedicata da OpenAI agli sviluppatori affermando: “Nel 2024 quello che abbiamo lanciato fino a oggi vi sembrerà antiquato rispetto a ciò che stiamo costruendo per voi”. E ancora: il giorno prima di essere licenziato, come nel video che vi mostriamo, lo stesso Altman aveva annunciato in modo criptico: “Nelle ultime due settimane, ho avuto l’opportunità di essere nella stanza nel momento in cui abbiamo spinto indietro il velo dell’ignoranza e abbiamo spostato in avanti la frontiera della scoperta”. Gli scenari apocalittici erano già stati stigmatizzati nella lettera con cui Elon Musk e altri mille magnati della Silicon Valley, in marzo, avevano chiesto di sospendere lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale per almeno sei mesi. Inoltre, ci si chiede se una piccola percentuale di aziende controllerà l’Intelligenza artificiale. Non è una tesi peregrina, è un rischio tanto più presente quando scopriamo che Altman sia stato reintegrato in appena quattro giorni su pressione degli investitori. E il principale investitore dietro OpenAI è l’onnipresente e onnipotente Bill Gates, con la sua Microsoft.

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