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Imu alla Chiesa, il M5S fa sul serio: depositata proposta di legge in Senato. “Si possono recuperare 5 miliardi di euro”

Pubblicato il 25/10/2019 12:06

Si perde nella notte dei tempi il dibattito sul far pagare o meno le tasse, e più specificamente quelle sugli immobili, alla Chiesa. Adesso, però, qualcosa potrebbe smuoversi davvero, perché Il Movimento 5 Stelle – con i senatori Lannutti e Paragone in testa – ha deciso di fare sul serio. La proposta di legge presentata da Elio Lannutti punta a recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa tra il 2006 e il 2011 e a far pagare l’Imu sugli immobili sfruttati commercialmente ma che “eludono l’imposta”.

Per far capire che stavolta si fa davvero sul serio, basti sapere che il disegno di legge è stato sottoscritto da 76 senatori del M5s ed è stato depositato al Senato. L’iter dunque può partire. La norma potrebbe trovare spazio all’interno della legge di Bilancio, magari sotto forma di emendamento.

Secondo i proponenti di questa misura – utile anche per aiutare a fare una migliore legge di Bilancio – potrebbe “produrre risorse per 5 miliardi” di euro, da investire, appunto, in altre misure all’interno della manovra. Il M5s, inoltre, può fare forza su una sentenza della Corte di giustizia dell’Ue: l’Italia, infatti, è stata condannata a pagare una multa nel caso in cui non continuerà a pretendere, da parte della Chiesa, il versamento dell’Imu che avrebbe dovuto pagare tra il 2006 e il 2011.

La norma potrebbe essere presentata anche come emendamento al decreto fiscale durante la discussione alla Camera, in modo da provare a percorrere un doppio binario. Il senatore Elio Lannutti spiega: “Tali somme sarebbero sufficienti ad evitare gli aumenti della cedolare secca, della tassa sulle transazioni immobiliari, dei bolli sugli atti giudiziari, del biodiesel e della plastic tax”.

Con questo ddl si vogliono “evitare balzelli che non esiterei a definire una stangata su cittadini e famiglie”. Secondo i proponenti, il problema è la legge Monti del 2012 che non solo esonera la Chiesa dal pagamento dell’imposta nel caso in cui non si svolgano attività economiche, ma le concede anche diverse scappatoie per non pagare l’Imu anche quando si produce effettivamente reddito. Il che è risaputo…

I firmatari propongono quindi di “far controllare i bilanci delle società o delle associazioni che li gestiscono da soggetti terzi, che se ne assumono la responsabilità”. Il disegno di legge prevede che tutte le associazioni o società legate alla religione cattolica “il cui giro d’affari è pari o superiore ai 100mila euro annui sono tenute a farsi convalidare i propri bilanci da un certificatore esterno”.

Quest’ultimo in caso di bilancio non veritiero rischierebbe di essere “condannato a un periodo di detenzione dai 3 ai 5 anni”. Secondo quanto riportato nella relazione della proposta di legge, stando alle stime dell’Anci, l’Ici non versata dalla Chiesa tra il 2006 e il 2011 corrisponde a circa cinque miliardi di euro, per un valore di 800 milioni l’anno.

Secondo i dati del 2018 la Chiesa cattolica è proprietaria di 140 università, 6.228 scuole materne, 1.280 scuole primarie, 1.136 scuole secondarie, 399 nidi d’infanzia, 354 consultori familiari, 1.669 centri di “difesa della vita e della famiglia”, 111 ospedali di medie dimensioni, 10 grandi ospedali, 1.853 ospedali e case di cura, 136 ambulatori.

Spiega il senatore Gianluigi Paragone in un suo post su Facebook: “Tutte queste strutture portano alle casse della Chiesa 620 milioni di euro all’anno dall’Imu non pagata, un miliardo e 750 milioni dalle rette scolastiche e universitarie, 510 milioni dai contributi alla sanità erogati dalle Regioni, più una cifra superiore ai dieci miliardi l’anno incassata da cliniche, ambulatori e ospedali privati”.

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