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Il Recovery Fund è una trappola: “A governare l’Italia ora sarà Bruxelles”

Pubblicato il 28/07/2020 10:06

Il tempo dei sorrisi a 32 denti, degli applausi virtuali fatti dal governo giallorosso al governo giallorosso e dei proclami trionfali è già finito. Il tempo di qualche meme in cui il Recovery Fund è stato descritto come un trionfo per l’Italia (con tanto di Conte in versione Totti intento a fare il “cucchiaio” all’Olanda) ed ecco che ci si ritrova già a fare i conti con i reali effetti di un accordo che, in realtà, dal punto di vista economico rischia di incidere veramente poco. I soldi si vedranno con estrema calma, non saranno nemmeno così tanti e, per ottenerli, è stato necessario cancellare vari programmi europei di supporto alla ricerca e all’innovazione. Non solo: diversi esperti hanno già puntato il dito contro quello che rischia di diventare l’ennesimo strumento di controllo in mano alla Troika.

Il Recovery Fund è una trappola: "A governare l'Italia ora sarà Bruxelles"

Il Mes, innanzitutto: aver approvato un Recovery Fund così lento, che inizierà a distribuire le prime tranche soltanto nel 2021, non farà che spingere i governi dei Paesi più in difficoltà (Italia in primis) a insistere sull’accesso al Fondo Salva-Stati. Anche dalle nostre parti, non a caso, è subito ricominciata una campagna martellante, che rischia di spazzar via presto le ultime resistenze in materia. C’è poi la questione del controllo di Bruxelles sugli Stati. Ultimo in ordine cronologico a lanciare un allarme in questa direzione è stato il professor Massimo D’Antoni, docente di Scienza delle Finanze all’Università di Siena.

Il Recovery Fund è una trappola: "A governare l'Italia ora sarà Bruxelles"

Intervistato da Il Sussidiario, D’Antoni si è infatti concentrato su uno dei punti più spinosi del Recovery Fund: “Sarà cruciale capire come questa iniziativa si coordinerà con la riattivazione del Patto di stabilità, che potrebbe avvenire già dal 2021. Per noi, con un rapporto debito/Pil che secondo le previsioni arriverebbe intorno al 160%, l’applicazione della ‘regola del debito’ avrebbe effetti pesantissimi. Ci costringerebbe a politiche di austerità rispetto alle quali il Recovery fund ci farebbe il solletico. Vorrei dunque capire diverse cose, di cui poco si parla: le spese previste dal Recovery fund saranno soggette a tali vincoli? Il rispetto rigoroso del Patto di stabilità sarà condizione per avere accesso al programma?”.

Il Recovery Fund è una trappola: "A governare l'Italia ora sarà Bruxelles"

Le famose condizionalità, insomma, che Conte aveva promesso di aver depennato e che sono invece pronte a fare capolino non appena arriveranno i primi aiuti: “Si è detto che il rispetto delle Raccomandazioni annuali sarà condizione per accesso al Recovery fund. Nel nostro caso, tali Raccomandazioni prevedevano fino all’anno scorso una riduzione nominale della spesa pubblica. Quest’anno per via del Covid il tono è cambiato, ma prevedo che certe indicazioni torneranno presto, con tutta la loro stringenza. Il Recovery rischia di essere il nuovo strumento per rendere vincolanti tali regole. Un po’ più carota che bastone, ma pur sempre uno strumento di disciplina. Inoltre, le Raccomandazioni vanno nel dettaglio: pensioni, scuola, ecc. Se questi saranno gli unici spazi di spesa per il governo italiano, ha ragione chi teme che tutte le decisioni strategiche per il Paese non saranno prese a Roma, ma a Bruxelles”.

Quello che doveva essere un piano di sostegno ai Paesi in difficoltà causa coronavirus, insomma, rischia di trasformarsi in strumento di controllo, che priverà ulteriormente l’Italia della propria sovranità nazionale. Qualcuno, dalle parti di Palazzo Chigi, dovrebbe però prendersi la responsabilità di spiegarlo agli italiani.

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