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Il Fisco chiede 11.000 euro di tasse a un bimbo di 3 anni. Così “gestiscono” le nostre imposte

Pubblicato il 27/06/2022 21:30

Assurdo ma vero, in Italia capita anche questo. La Guardia di Finanza ha scoperto ben 25 mila pratiche “irregolari”, emanate da una società affidataria di Lucca, incaricata dal Comune di Siracusa di riscuotere le imposte dei cittadini. Gli illeciti sono molteplici, a partire dal fatto che avevano vinto il bando senza avere il personale adeguato. Le “cartelle pazze” avrebbero causato un danno erariale da 6,5 milioni di euro.
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Il bambino evasore

Una storia assurda quella riportata dal Corriere della Sera: dopo aver ricevuto la cartella esattoriale e, soprattutto, dopo aver letto degli 11mila euro di debiti contratti col fisco tra il 2015 e il 2019, i destinatari del provvedimento sono corsi dal commercialista. Probabilmente non sapevano se ridere o piangere quando, successivamente, hanno letto il destinatario dell’accertamento: il loro bambino di tre anni che, tra le altre cose, nel 2015 non era nemmeno nato. Presi dallo sconcerto, i genitori hanno iniziato a chiamare la società, con sede in provincia di Lucca, incaricata dal Comune in cui vivono, Pachino, della riscossione delle imposte. Peccato che al telefono non abbia mai risposto nessuno.
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Le indagini della Guardia di Finanza

È stato allora che i genitori del presunto evasore si sono rivolti alla Guardia di Finanza, la quale non è stata sorpresa dall’incredibile incongruenza viste le decine di esposti raccolti da diversi cittadini con contenziosi tributari aperti con la società toscana. Ci sono voluti mesi di indagini per scoprire le oltre 25mila «cartelle pazze» assegnate ad ignari cittadini, per un danno erariale per il Comune di Pachino di più di 6,5 milioni di euro. Inoltre, dopo alcune verifiche, si è scoperto che la ditta, che per contratto avrebbe dovuto avere impiegati e una sede, di fatto non aveva personale e mezzi sufficienti per adempiere agli impegni presi nell’accertamento e nella riscossione dei tributi.
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Cartelle pazze e danni per milioni di euro

La totale incompetenza della società di Lucca, nel tempo, ha generato una moltitudine di errori, di cartelle notificate fuori termine e di prescrizioni. A farne le spese è stato il Comune che non ha incassato i suoi crediti e anche i cittadini che si sono trovati a dover cercare di raccapezzarsi in mezzo a cifre non dovute. I militari della Tenenza di Pachino, dopo aver controllato le procedure adottate per la gestione dei tributi locali (Imu-Tasi-Tari) per gli anni 2014-2019, hanno scoperto «numerosi avvisi di accertamento decaduti per i termini di notifica che hanno generato un mancato introito nelle casse pubbliche per diversi milioni di euro». Sarebbe emerso, dunque, che la società esterna affidataria del servizio di supporto all’ufficio tributi avrebbe «prodotto numerosi atti di accertamento esecutivi per diversi milioni di euro, successivamente oggetto di annullamento o rettifica, riportanti debiti tributari inesistenti o eccedenti l’importo dovuto».
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Diversi i soggetti denunciati

Le indagini si sono concluse con la denuncia per abuso d’ufficio e falsità ideologiche del funzionario comunale che avrebbe dovuto vigilare sulla società e che, invece, ne ha falsamente attestato la regolarità dell’operato. Inoltre, è scattata anche la denuncia per inadempimento e frode nelle pubbliche forniture del titolare dell’attività affidataria della riscossione. L’impiegato e altri 14 dipendenti dell’ente sono stati anche segnalati alla Corte dei Conti per il danno erariale subito dal Comune.

Dubbi sulla correttezza di questa gestione

Alla luce di questi fatti gravissimi vien da chiedersi se sia giusto ed opportuno affidare una questione tanto delicata come quella della gestione delle tasse dei cittadini a società esterne che, come in questo caso, possono anche rivelarsi di dubbia professionalità ed efficienza. È lecito domandarsi se simili incresciose situazioni siano accadute solo nel Comune di Pachino oppure, più plausibilmente, se avvengano quotidianamente anche sul resto del territorio nazionale. Sarebbe cosa buona e giusta tenere ben monitorata la questione e, in caso di anomalie, denunciare alla Guardia di Finanza come hanno fatto i genitori del bimbo “evasore”, anche per la tutela di tutti quei cittadini che, magari, non sono in grado di capire errori tanto macroscopici, oppure che non possono permettersi un avvocato. Quante sono le ignare famiglie ad essere state raggirate da simili, invereconde modalità?

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