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I ristoratori protestano e la polizia li multa in diretta. Scoppia la polemica

Pubblicato il 07/05/2020 09:56

Una quindicina di persone, tra gestori di bar/ristoranti e dipendenti, si trovavano di fronte l’Arco della Pace a Milano con l’intento di protestare contro il governo a causa della crisi economica: “Siamo venuti perché non riusciamo più a pagare nulla”. Doveva essere una manifestazione pacifica, nel rispetto delle distanze e con l’utilizzo della mascherina,  e così sarebbe stato se non fosse per l’intervento degli agenti della Digos che hanno dapprima identificato e poi multato con una sanzione di ben 400 euro i partecipanti per violazione del divieto di assembramento. 

Scoppia così la polemica. Inutili le proteste dei multati: ”Eravamo tutti tranquilli, distanziati e con mascherina. E vengono a farci la multa.” Una delle ristoratrici presenti spiega: “Hanno multato dei dipendenti, persone che hanno ricevuto 551,40 euro a fronte di una busta paga di 1.400”.

La conduttrice televisiva di “L’aria che tira” Myrta Merlino che ha assistito in diretta all’intervento della polizia riferisce: ”Sono testimone oculare che era tutto tranquillo prima delle multe, con l’arrivo della Digos sono partiti gli assembramenti”. Inoltre fa notare la confusione generata dalla mancanza di regole uniformi: “Ieri al Testaccio, a Roma, non hanno agito così”.

“Siamo trattati da delinquenti – hanno protestato due ristoratrici – siamo venuti a reclamare i nostri diritti perché non riusciamo più a pagare nulla e ci ritroviamo pure una multa del genere”.

La manifestazione ha avuto un epilogo che sembra quasi rispecchiare la legge del contrappasso. Se manifesti perchè chiedi aiuto, perchè non reggi economicamente verrai punito con una multa. 

Assurdo che gli italiani, che fin dal principio hanno rispettato le norme manifestando un grande senso civico e di responsabilità, subiscano tale trattamento. La manifestazione era composta e ordinata. Le richieste più che lecite. Il governo non fa niente per loro e dopo il danno arriva anche la beffa di impedirgli finanche il diritto di manifestare.